L’angolo del teologo – Interpretazione della Scrittura
Nelle settimane scorse, affrontando prima l’argomento del fondamentalismo e poi quello dei castighi di Dio, si è arrivati a toccare il tema dell’interpretazione della Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura. Penso che questo tema sia molto importante e ritengo utile segnalare alcune coordinate per orientarsi bene.
Innanzi tutto si deve tener presente che:
“La trasmissione del Vangelo, secondo il comando del Signore, è stata fatta in due modi: – oralmente, “dagli Apostoli, i quali nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalla bocca, dal vivere insieme e dalle opere di Cristo, sia ciò che avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo”; – per iscritto, “da quegli Apostoli e uomini della loro cerchia, i quali, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, misero in iscritto l’annunzio della della salvezza”
“Affinché il Vangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, gli Apostoli lasciarono come successori i vescovi, ad essi affidando il loro proprio compito di magistero”. Infatti, “la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva essere conservata con successione continua fino alla fine dei tempi”. Questa trasmissione viva, compiuta nello Spirito Santo, è chiamata Tradizione, in quanto è distinta dalla Sacra Scrittura, sebbene ad essa strettamente legata. Per suo tramite “la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni, tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede” (CCC, 76 -78)
Abbiamo già visto come l’esegesi cattolica ammette diversi sensi nella Sacra Scrittura, oltre al senso letterale: per questo è importante servirsi del metodo storico-critico, per un’attenta analisi del testo, ma senza perdere di vista il fatto che la Parola di Dio contiene innanzi tutto un messaggio spirituale di salvezza.
Posti di fronte all’interpretazione di un testo o di un evento raccontato dalla Sacra Scrittura è possibile che da parte degli esegeti si abbiano diverse opinioni, tutte sufficientemente motivate e coerenti sia con il resto della Scrittura che con gli insegnamenti del Magistero. In tal caso, ciascun fedele può aderire all’interpretazione che ritiene più opportuna, senza squalificare le altre. Di solito il Magistero si limita a dichiarare se una certa interpretazione non è conforme alla fede, dandone i motivi. Raramente impone per fede a tutti una certa interpretazione: quando succede questo, si dice che viene definito un “dogma” di fede, ma i dogmi di fede non sono molti. Altre volte il Magistero, senza parlare di dogma, si impegna a dichiarare, sulla base di alcuni passi della Sacra Scrittura, e dell’interpretazione che ne è stata data dalla Tradizione, che una certa affermazione è di fede, ma anche queste affermazioni non coinvolgono tutti i passi della Sacra Scrittura.
La Sacra Scrittura contiene talvolta passi di difficile interpretazione, sia perché sono raccontati fatti straordinari, che possono essere spiegati solo ammettendo un intervento diretto di Dio, sia perché alcune espressioni risultano lontane dalla nostra sensibilità moderna. In tali casi è importante servirsi del metodo storico-critico per contestualizzare gli eventi, ma non avrebbe senso escludere a priori la possibilità di un intervento diretto di Dio, poiché la Storia della Salvezza è proprio la Storia di una Rivelazione e di un intervento di Dio nella storia degli uomini. Comunque, soprattutto in questi casi, in cui sono possibili diverse opzioni, la difesa delle proprie legittime opinioni dovrebbe essere moderata dal buon senso e dal rispetto per le opinioni altrui.
Don Sergio Fumagalli è nato nel 1957 ed è diventato presbitero il 21 maggio 2005. Attualmente è vicario nella Parrocchia di San Giovanni Battista in Collatino a Roma. Ha un suo sito
Ricordo che anche per “L’angolo del teologo” vale ciò che vale per ogni Lettera, e cioè che l’autore è l’unico responsabile di quanto ha scritto