
Lettere di Renato Pierri – E’ un errore affermare che l’aborto è sempre peccato
Su L’Huffington Post del 21 novembre, il prete Mauro Leonardi racconta: “Perché lei può assolvere Totò Riina e non me?”. Me lo chiedeva una donna povera che aveva abortito perché pensava che non ce la faceva proprio a sfamare un figlio in più. E io avevo dovuto spiegarle la lunga trafila che si frapponeva tra la sua richiesta d’assoluzione e quel perdono che la chiesa mi rendeva possibile dare a chiunque, anche a un capo mafioso pluriomicida, ma non a lei. Avevo cercato di spiegarle nel modo più delicato possibile che avremmo dovuto vederci di nuovo. Perché io nel frattempo avrei dovuto cercare il vescovo o qualcuno che lo rappresentava, spiegargli con discrezione la situazione, farmi dare l’adeguata penitenza, e quindi incontrarla di nuovo. Ma la giovane ragazza con la quale stavo parlando, prima che finissi si era voltata ed era sparita”. Adesso, improvvisamente, grazie a Papa Francesco tutto è cambiato. Adesso don Mauro potrà dare l’assoluzione alla prossima donna che avrà abortito per necessità. Tutti contenti, è ovvio. Gli aborti ci saranno sempre, però ci sarà meno sofferenza, meno mortificazione per le donne cattoliche che abortiscono per necessità. E che cosa avrà fatto la giovane donna che don Leonardi non poté assolvere? Magari non sarà andata più a confessarsi da nessun prete. Non è la prima volta che accade. Magari non sarà più entrata in una chiesa. Accade. E allora, è vero sì che siamo tutti contenti, però non si può fare a meno di pensare a quanta sofferenza inutile, quanto dolore per tante donne religiose scomunicate dalla Chiesa. Non si può fare a meno di pensare all’effetto che avranno fatto su tante donne le dure parole di Giovanni Paolo II, il quale, nella Evangelium vitae, mise l’aborto sullo stesso piano del fratricidio di Caino. Papa Francesco ci ha tenuto a precisare: “Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”. Speriamo un giorno venga un papa che ribadisca con tutte le sue forze che l’aborto praticato per egoismo è peccato, e l’aborto praticato per necessità (estrema povertà, concepimento a seguito di stupro, gravissime malformazioni del feto) non è peccato e che non ci sarà quindi bisogno di perdono. Gli aborti ci saranno sempre, ma la sofferenza inutile sarà ancora minore.
Attilio Doni
Affari italiani