Blog / Stefania Perna | 14 Novembre 2016

Le Lettere di Stefania Perna – Fine Giubileo

Sta finendo l’anno del Giubileo e si è tanto parlato di ponti e di misericordia. Temi difficili perché si prestano ad ogni tipo di fraintendimento. Ed inoltre, vanno a toccare corde profonde dell’anima, sicurezze, ansie, angosce, dubbi, nonché temi importanti per la vita, anche quotidiana e per il modo di intendere la propria fede.
Però penso sia bello, in questi giorni che segnano la fine sia dell’anno liturgico che del Giubileo, lasciarsi interrogare e tirare un pò le somme.

Se c’è stato qualcosa che abbiamo imparato: su quel poco di bene o di crescita personale, (cose che poi spesso coincidono se è vero che “le grande crisi mondiali sono crisi di santità.”)
Su quali aperture ha portato-prodotto nel nostro cuore.

Laddove apertura non deve essere sinonimo necessariamente di rigetto del passato. Sono due cose molto diverse.
Se devo metterla sul personale ( e in questa lettera , voglio farlo), devo dire che tale identificazione mi ha spesso dato fastidio e continuo a non ritenerla giusta.
Il passato ci insegna tanto e non conoscerlo ci condanna a ripeterlo, dice qualcuno. La nostra fede, è quella dei padri e della tradizione: della quale ci insegna a fare discernimento, ( come di ogni cosa), ma non a rigettare.
Certo gettare via tutto, è molto più facile e veloce, che separare minuziosamente ogni briciola di bene. Per trattenerla. Per valorizzarla. Un lavoro pieno di pazienza ed amore.

Ho riflettuto spesso su questi temi: chiedendomi ad esempio se in questo blog esiste qualcosa di buono e cosa.
Spesso l’ho vissuto essenzialmente come luogo dove subire aggressioni o ricambiarle: quindi luogo di battaglie. Non sto qui a capire fino a che punto sono stata aggredita, (se a torto o meno) , o se ho più reagito o più subìto: penso ci sia un po’ di tutto. Un blog è fatto da persone e le persone sono complicate, fanno cose di bene e di male molto frammiste.
Dico solo che se ci si trova su un campo di battaglie, ovviamente le battaglie producono ferite. Anche se virtuali, non è detto che non siano gravi e talvolta anche mortali, come la cronaca purtroppo ci insegna. Non è facile nel virtuale, apprezzare lo sforzo del dialogo. O essere delicati.
Non sto accusando nessuno, ma mi sto piuttosto interrogando su come anche io “ arrivo” agli altri. So che spesso sono arrivata un po’ troppo aggressiva e vorrei scusarmi. Qualcuno me lo ha anche fatto notare in privato, in certi momenti; ma ci sono cose che si capiscono solo con il passare del tempo e con tanto riflettere.
A volte , sono sorti dei fraintendimenti: questo, dipende non solo da miei personali limiti ( o anche limiti di altri !) ma anche dalla complessità dei temi trattati, nonché credo, proprio dal mezzo virtuale.
Che ci mette in contatto con gente che mai avremmo incontrato ( e questa è la sua ricchezza), ma che espone anche in vetrina , creando dei “ ruoli” dai quali poi non si riesce più ad estrarre la persona. O anche perché il virtuale, non tiene conto di quei sentimenti che solo il contatto reale rende possibile valutare. Ad esempio, uno potrebbe battere le dita sulla tastiera e piangere: ma che ne sa, chi legge? Legge solo il testo. E lo commenta.Ed è necessariamente un commento lontanissimo da quello che lo scrivente provava. Magari è un commento legato al “ ruolo” che si attribuisce alla persona. Tizio non può che essere un contestatore. Caio sarà sempre un tradizionalista. Sempronio scrive sempre e solo a favore di X….etc…

Devo però riconoscere che don Mauro propone un qualcosa di interessante. Se non “ impone” troppo il suo punto di vista, si può davvero tentare un dialogo costruttivo.
Se si impara a rispettarsi, questo è un grande guadagno per dei cristiani.
È il messaggio del papa. E dello Spirito Santo, in questi tempi.
È lo spettacolo del “guardate come si amano” o per dirla alla latina “ Ut unumu sint”.

So che a molti sul blog, non piacciono le citazioni e le percepiscono come un sottrarsi al confronto personale: ma chiederei un briciolo di discernimento anche qui. Si possono citare autori, per sfoggio di cultura, o per trincerarsi dietro di loro e nascondere se stessi. Ma nel mio caso non sussiste nessuno di questi atteggiamenti: io cito, perché altri esprimono meglio di me, quello che io voglio dire. Ed è gioia per me, ritrovarmi nelle loro parole ( soprattutto se si tratta di santi e Scrittura).

“Perciò io mi immagino Stefania ferita, stranita, stanca, gioiosa, che cerca nel Vangelo la combinazione segreta con cui aprire il mistero della propria vita
quotidiana.
Vedo che la cerca e che la trova, ma poi non osa dirsi che è proprio così, di essere riuscita; per cui, certo,…scrive per sé su quello straordinario
diario virtuale che sono facebook o un blog, ma poi vuole una conferma, e così…. s’innamora di quegli autori che le tolgono il peso – l’idea – di
essere stata brava.
Che le permettono di continuare a credere di sé stessa, che è solo una moglie qualsiasi, una madre qualsiasi, con sogni come tutti, che un po’ si realizzano un po’
no.
E non invece, qual è veramente: una profezia innamorata di Cristo…. i cui sogni si avverano…”

Di chi sono queste bellissime parole? Che “ capiscono” profondamente la mia anima?
Incredibile….un rullo di tamburi…suspence….
Di don Mauro!!!!! ( nella prefazione del mio primo libro, tre anni fa)
Con il quale in effetti, un tempo mi capivo benissimo. E penso possa ancora accadere. Cercando qualche poco di bene in ognuno a vicenda: ognuno nei post dell’altro o nelle sue parole e gesti. Con pazienza, con umiltà, con il cuore.
Certo è faticoso e spesso non ci sono riuscita. Ma ne vale la pena…perché spesso è più difficile accettarsi nell’essere diversi tra credenti che nella diversità con i lontani.

Ho scritto questa lettera, per ringraziare don Mauro del bene che cerca di fare , pur con i suoi difetti, eh!! ( perché non è che ne abbia solo io…Occhiolino) e per scusarmi se talvolta, non ho saputo coglierlo.

Sicuramente ho imparato da questa mia lunga presenza virtuale, ad accettare meglio chi la pensa diversamente o vive diversamente ed ho ricevuto molto slancio nella direzione del cercare di cogliere negli altri, le cose buone.

Quelle che di sicuro tutti abbiamo.
E’ questo il vero ottimismo cristiano: cercare le briciole di bene nascoste in ogni persona, “la poesia”nascosta nella prosa, il bene nascosto nell’avversario, qualunque tipo di avversario sia. Un lavoro da “scopritori di tesori”, che ovviamente devono scavare molto per trovarli.
E superare molto se stessi, le proprie paure e gelosie, che magari non si sa di avere perché sono appunto molto nel profondo, (dove appunto si scava…)
Sarebbe bello e vorrei proporre di definirci così “ cristiani scopritori di tesori.”…( invece che modernisti, tradizionalisti, rumorosi etc etc)
In questo si può essere molto cristiani in mezzo al mondo! Se è vero che “Lui è il custode innamorato d’ogni mio più piccolo frammento”…(e quindi anche dei frammenti degli altri).

Era un pezzo che pensavo di scrivere queste cose, ma ho voluto prima pensarci molto… la fine di anno, mi è comunque parso il momento giusto….e mi scuso ancora per quanto in questi anni, posso aver scritto di troppo impulsivo-emotivo.. Soprattutto verso don Mauro…. Un saluto!

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Stefania Perna, laureata in lettere classiche , docente di ruolo e diplomata in pianoforte superiore , ha al suo attivo varie pubblicazioni.
Come critico musicale, ha scritto articoli per molte riviste, curato guide all’ascolto , pubblicato un saggio” La Vestale di Mercadante: approdo romantico di un mito neoclassico” digitalizzato anche nell’università americana di Michigan.
Ha poi conseguito un dottorato sulla letteratura cristiana antica, occupandosi in particolare di s Ambrogio, presso l’università della città in cui vive con il marito e 3 figli.
Come credente, fortemente convinta della necessità di “dare ragione della speranza cristiana”, ha scritto un libro che ha avuto rapida e grande diffusione:“50 preghiere per cercatori di speranza” edizioni Effatà 2013, ha appena pubblicato un secondo libro “Strada facendo: tutti sogni o tutti segni?” Edizioni Cantagalli. Ha inoltre pubblicato a maggio per le edizioni Áncora, il “Diario di Elena” ed ha collaborato con altri autori ad un libro il cui ricavato andrà in beneficenza, dal titolo “Dimmi qualcosa di bello “. Stefania crede molto anche nella possibilità delle amicizie virtuali e della evangelizzazione via web.