Blog / Bruno Mardegan | 17 Febbraio 2016

Le Lettere di Bruno Mardegan – Perché il ddl Cirinnà va bocciato

Bruno Mardegan scrive ogni mercoledì una Lettera sul blog, fin da quando Come Gesù è iniziato. Questa settimana desidera che lo spazio che gli viene assicurato venga dedicato a far conoscere questo appello contro il ddl Cirinnà firmato da un gruppo di 30 tra professionisti e accademici

L’appello degli accademici: “Ecco perché il ddl Cirinnà va bocciato”

Il ddl Cirinnà, le nozze gay, le unioni civili e la stepchild adoption non sono solo principi relegati al mondo della politica o all’universo, eterogeneo, delle piazze contrapposte.
Anche il mondo accademico e quello dei professionisti si mobilita. Sbaglia Renzi a minimizzare il dibattito è a ridurre il tutto ad un semplice “siamo indietro rispetto al resto d’Europa”.
Il tema è delicato, tanto che ritrovarsi un passo indietro potrebbe significare rimanere saldamente sulla terraferma piuttosto che gettarsi nel mare. La questione investe i diritti dei bambini (ad avere un padre ed una madre) e quelli degli adulti (che vogliono a tutti i costi un pargolo anche quando natura non lo permette). Quale dei due farà prevalere la legge voluta dal Pd? Il secondo. In barba ai bisogni dei piu piccoli. Perché, parliamoci chiaro: la legge così com’è impostata non va incontro solo il riconoscimento del diritto all’assistenza sanitaria di un partner (e altre richieste delle coppie gay), ma paragona le unioni al matrimonio; e coinvolge in questo anche l’adozione dei bambini. Oggi con la stepchild adoption, domani con quella classica.
Per questo 30 tra professionisti e accademici hanno firmato una petizione (“Con la ragione, oltre gli steccati”) contro il ddl firmato e sostenuto dalla senatrice Monica Cirinnà. Sono “pedagogisti, giuristi, filosofi, sociologi, medici e altre figure competenti in ambito antropologico”. Una bocciatura senza se e senza ma. Quindi senza possibili mediazioni. Quelle che invece si stanno cercando in Parlamento in questi giorni, sempre che il governo non decida di tirare dritto senza modificare nulla dell’impianto della legge. Una norma “non adeguatamente esaminata nei suoi fondamenti antropologici”. Quindi ideologica e mal impostata. Se non pericolosa.
“Affermiamo – si legge nell’appello – la priorità del nucleo familiare madre-padre-figli rispetto ad una visione atomistica in cui si viene di fatto ridotti a consumatori di diritti fruibili in base alle leggi del mercato”. Poi l’affondo contro l’utero in affitto: “Ribadiamo il valore del corpo umano che non può essere ridotto ad oggetto di mercificazione; e il rifiuto di una concezione che considera gameti, organi e il corpo delle donne come ‘cose’, beni giuridici disponibili e mezzi utilizzabili a fini riproduttivi”.
Infine, si sottolinea come per la corretta formazione del bambino che diventa uomo sia necessario che la società si sviluppi intorno alla famiglia così come stabilita dalla Costituzione: “Bisogna riabilitare l’evidenza, oggi oscurata, che è nella rete bio-psico relazionale inter e intrafamigliare che si sviluppa la persona umana”.
I firmatari dell’appello hanno deciso di non indicare l’Università di appartenenza perché “è la persona che pensa, scrive e firma il suo pensiero e va distinta dal suo eventuale ruolo ricoperto in fondazioni, Università o altro”. “Ciò di cui stiamo parlando – dice a IlGiornale.it la dott.ssa Chiara Atzori – sono fondamenti antropologici, pre-confessionali, pre-partitici, di ragione. Non questioni universitarie”.
E dopo l’allarme dei giorni scorsi diramato dal presidente della Società italiana di pediatria, secondo cui “non sono da escludere danni per i bambini adottati da coppie omosessuali”, forse sarebbe il caso di riflettere sugli interrogativi posti da esperti e studiosi. Invece di farsi guidare dalla fretta renziana e dall’ideologica volontà di piantare a tutti i costi la bandierina dei diritti civili.

I firmatari: Giovanna Arminio, avvocato, Chiara Atzori medico infettivologo Alessandro Benigni, docente di Filosofia Monica Boccardi avvocato Paola Bonzi Lorenzo Borrè, avvocato Belinda Bruni Samuele Cognigni psicologo Serena Del Zoppo medico ginecologo Mariella Ferrante, insegnante Luisa Fressoia pedagogista Michael Galster Giuliano Guzzo, sociologo Giorgio Gobbi, psicologo Gianluca Marletta, antropologo Nicola Natale, medico ginecologo Giuseppe Noia, ginecologo Maristella Paiar, avvocato Enzo Pennetta, biologo e dottore in farmacia Piercarlo Peroni, avvocato Furio Pesci , pedagogista Giancarlo Ricci, psicoterapeuta, saggista Giovanna Rossi, sociologa Giancarlo Rovati, sociologo Paolo Scapellato, psicologo Paolo Sorbi , sociologo Giovanni Stelli, filosofo

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Bruno Mardegan, milanese di adozione e sposato da una vita con Claudia, ha cinque figli e nove nipoti. Ha – da sempre – la dote non comune di scrivere ai giornali lettere che gli vengono pubblicate. È frequente trovare suoi interventi su Il Foglio, Avvenire, Il Giornale, La Stampa, il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore.