
Blog – Mia nonna, la Regola d’Oro e Bergoglio
Scienza delle costruzioni di ponti. Lezione pratica di Papa Francesco al Congresso USA. Tutto si regge sulla nostra comune origine, sulla nostra storia, sul nostro destino comune. “Noi gente di questo continente – dice il Papa argentino di origine italiana -, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati.” Le centinaia di migliaia di persone che nel mondo si spostano verso il nord alla ricerca di migliori condizioni di vita, sono adesso come eravamo noi prima. È «la Regola d’Oro: “Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te” (Mt 7,12). Questa norma ci indica una chiara direzione. Trattiamo gli altri con la medesima passione e compassione con cui vorremmo essere trattati. Cerchiamo per gli altri le stesse possibilità che cerchiamo per noi stessi. Aiutiamo gli altri a crescere, come vorremmo essere aiutati noi stessi. In una parola, se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità. La misura che usiamo per gli altri sarà la misura che il tempo userà per noi. La Regola d’Oro ci mette anche di fronte alla nostra responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo.»
La Regola d’oro è del vangelo (Mt 7,12) ma c’è anche in moltissime altre religioni. Per questo è la chiave di volta adatta per ogni ponte. Elenco – non brevissimo – di come la Regola d’ora viene enunciata in altre religioni. Ebraismo: “Ciò che per te è odioso non farlo al tuo compagno. Questa è l’intera Legge” (31° Sabbat, Talmud Babilonese). Islam: “Nessuno di voi è un credente finché non ama suo fratello come ama se stesso” (Profeta Muhammed, 13° dei 40 Hadiths Nawawi). Buddismo: “Non ferire gli altri in maniera che tu non debba ritrovarti ferito” (The Buddha, Uadanavarga 5, 18). Induismo: “Questa è la somma del dovere: non fare agli altri ciò che ti causa dolore se fatto a te” (Mahabharata, 5.15.17). Confucianesimo: “E’ il massimo dell’amabile benevolenza: non fare agli altri ciò che non vorresti che essi facessero verso di te” (Confucio, Analects 15.23). Gianismo: “Nella felicità e nella sofferenza, nella gioia e nel dolore, dovremmo avere cura di tutte le creature come abbiamo cura di noi stessi ” (Lord Mahavira, 24° Tirthankara). Sikhismo “Come stimi te stesso, così stima gli altri” (Sri Guru Granth Sahib). Taoismo: “Rispetta la vincita del tuo prossimo come se fosse la tua, e la sconfitta del tuo prossimo come se fosse la tua” (Lao Tzu T’ai Shang Kan Ying P’ien 213-218). Bahái: “Benedetto è colui che ama suo fratello prima di se stesso” (Bahá’ u’ lláh, Tablets of Bahá’ u’ lláh, Bahá’í World Centre, Haifa 1978). Zoroastrianesimo: “Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso” (Shayast-na-Shayast 13.29). Religione tradizionale africana: “Ciò che dai (o fai) agli altri, questo ti sarà dato (o fatto) a te” (Proverbio rwandese). Mia nonna: quello che fai torna. Era un proverbio suo nel senso che non l’ho mai più sentito detto così e, secondo me, lei non sapeva che fosse un altro modo di enunciare la Regola d’Oro. Ma è così. Io l’ho trovato e riconosciuto lungo la mia vita ogni volta che incontravo un tipo particolare di persona: la persona buona. Quando incontri una brava persona e tra te e te dici: è una persona d’oro. Se gratti, viene fuori la Regola d’Oro. Non fare all’altro quello che non vuoi sia fatto a te. Sembra poco? Prova a vivere senza. Dunque il Papa, al Congresso Usa, parla come mia nonna e dice loro che se le Nazioni sono Unite, è perché c’è tanta “roba buona” che le tiene insieme. In fondo costruire ponti vuol dire solo quello: partire, con ciascuno, dalla Regola d’Oro.