
Le Lettere di Paolo Pugni – Farenheit 451 + Karamazov = 1984 + Il mondo nuovo
Una formula per la nostra dannazione.
Ma va spiegata.
Il libro di Bradbury mostra la deriva della politically correctness. Il bruciare i libri sottende la negazione delle idee. Nel famoso brano, che trovate per esteso a questo link, il comandante spiega a Montag il senso del loro lavoro di distruttori di libri: “La gente di colore non ama Little Black Sambo. Diamolo alle fiamme. I bianchi si sentono a disagio nei riguardi della Capanna dello Zio Tom. Diamo anche quello alle fiamme. Qualcuno ha scritto un libro sul tabacco e il cancro dei polmoni? I fabbricanti e i fumatori di sigarette piangono? Alle fiamme il libro! Serenità, Montag. Pace, Montag”. La pace affogata dentro l’assenza di valori, di idee. La dittatura del nulla, che finisce per essere la dittatura del relativismo a senso unico.
E perché questo accade? Perché come spiega la vicenda del grande inquisitore ne I Fratelli Karamazov se Dio non c’è tutto è permesso.
Se non c’è una verità, garantita da Dio, è la forza del più forte a prevalere.
La stessa che a volte prevale qui dentro, come in altri blog che hanno il coraggio di discutere la verità affermando la propria.
Perché se Dio non c’è allora sono io Dio e la mia situazione diventa non esperienza privata, ma misura di tutto. E fin qui c’è la teoria, adesso la pratica.
Scrivevo qualche giorno fa sul blog di Costanza Miriano, raccontando episodi veri, concreti, visti e sentiti, di persone che chiedono aiuto e preghiere, di carne: mica storie. E i commenti mi hanno proprio infastidito: ne emerge un egoismo autoreferenziato. Una visione del mondo che non riesce a prescindere da se stessi. Io il problema non ce l’ho quindi non esiste. Di che mondo parli?
L’esperienza diventa l’interpretazione della realtà: e diventa verità. Siccome non posso smentire me stesso, e io sono buono, bello, giusto e vero, quello che vivo è la verità, il resto è menzogna ed offesa.
Io ho un altro problema quindi è di quello che devi parlare, questo non mi interessa.
E se il mio problema è un altro, mi irrita che tu non ne parli.
Così ogni post dovrebbe essere una storia del mondo o essere preceduto da una lunga excusatio in cui si chiarisce che no, questa volta non si parla di mogli, ma di mariti, e che non vuol dire che le mogli non siano…. ma questa volta non è di loro che ci occupiamo e bla bla bla..
E così si finisce in un mondo orwelliano, dove il pensiero è appiattito su se stessi, per ripiegarsi poi su un conformismo senza soluzione di continuità, quello saggiamente svelato dalla penna acuta di Giuseppe Pontiggia che fa chiedere dalla fidanza al fidanzato “ma perché non sei anche tu anticonformista come tutti gli altri?”.
Un mondo nuovo che nell’illusione di una libertà senza fine è in realtà soffocato dall’egoismo imposto.
E da questa cappa io vorrei proprio essere liberato.
Ci proviamo insieme ?

Paolo Pugni
Commenta nel forum o nel blog in Le Lettere di Paolo Pugni