Blog – Il presente vigile di Papa Francesco
Fino alla veglia di preghiera che c’era la sera a san Pietro, la giornata in cui si celebrava l’anniversario del secondo anno di pontificato di Papa Francesco trascorreva sull’onda delle parole rilasciate da quest’ultimo a Valentina Alazraki, dell’emittente messicana Televisa, in cui diceva di “avere la sensazione” che il suo pontificato potesse essere breve: “Quattro o cinque anni. Non lo so, o due, tre. Ben due sono passati da allora. È come un piccolo vago sentimento. È una sensazione”. Ovviamente si moltiplicavano lungo le ore le interpretazioni su come e quando ci sarebbero state le dimissioni. Poi, durante il rito penitenziale in san Pietro, ecco l’annuncio del Giubileo Straordinario della Misericordia.
Come è possibile che la medesima persona possa avere, allo stesso tempo, l’enorme prospettiva di un Anno Santo “a sorpresa” e avere il pensiero, la sensazione, di fare il Papa per poco tempo, magari solo un paio d’anni ancora?
La risposta che propongo è che Francesco sappia che il tempo della santità è il presente vigile. Dio è eterno presente e se noi vogliamo vivere a sua immagine dobbiamo vivere nel presente in modo vigile. Cioè, senza malinconie e blocchi rispetto al passato, facendosi chiudere nella nostalgia o nella volontà di tenere aperte ferite che bisogna lasciar diventare cicatrici, e senza fughe in avanti. Totale apertura, invece, a memoria, speranza, progettualità.
Sinceramente credo sia proprio questo il segreto di Papa Francesco. Il motivo per cui dà, contemporaneamente, la sensazione di improvvisare e di seguire in maniera inflessibile un furbissimo piano strategico.
Egli semplicemente sa che il punto in cui eternità e tempo si toccano, è l’istante presente.