Solo più amore
Una giornata che non finisce con lui, non finisce più.
Come in metro quando siamo così tanti che non sai dove posare la borsa pesante
Che si è riempita tutto il giorno di cose, di pesi.
Ecco, senza lui alla fine delle mie giornate.
Rimango così, con le spalle sotto il peso di tutto un giorno.
E allora sono passata da lui.
Amore mio.
Oggi l’ho sentito.
Che gioia.
Che bello.
Lo amo.
E basta.
Dell’amore mi piace solo l’amore.
Tutto il resto no.
Dell’amore sento solo l’amore.
“Non è tuo”, non lo sento.
“Non vi vedete mai”, non lo sento.
“Non ha mai tempo”, non lo sento.
“State insieme poco”, non lo sento.
Dell’amore sento solo l’amore.
Ti amo.
E basta.
Non sento altro.
Oggi sei peggio di Marta, Paci.
Vuoi tutto, Paci.
Sei come i bambini che vogliono tutto.
Solo tutto.
Per loro tutto quello che c’è.
Che vuoi quando dici che dell’amore ti piace solo l’amore?
Non vuoi tutto anche tu?
Non sono una bambina, Stella.
Voglio tutto, ma senza avere tutto.
Voglio tutto quello che c’è.
In quello che ho.
Il resto, quello che manca.
Non c’è.
Volpe e uva, Paci
Sei come la storiella, Paci.
Non credo, Stella.
La volpe era amareggiata.
E andava via a pancia vuota.
Io soffro.
Ma rimango.
E sono sfamata.
Con qualcosa che mi è cibo e non ho più fame.
Non ho tutto, non ho l’uva.
Ma non ho fame.
Non ci sono mai stata dentro, una vigna.
Ma so che non prendono tutti i grappoli quando li raccolgono.
Ne lasciano alcuni.
So che è roba da sapienti tagliare una vigna.
Forse sulla vigna resta qualcosa.
E quel qualcosa è uva per me.
E non ho più fame.
E ho tutto.
Tutto, in quello che c’è.
Sì, Stella, forse non si può vivere solo di amore.
Ma hai mai provato a vivere senza, Stella?
Si, forse c’è un modo di vivere che è più pulito, più logico, più razionale.
Ma la ragione non è un disinfettante.
E l’amore, il sentimento, non è un germe.
E poi fa ammalare di più un luogo asettico che un equilibrio di flora batterica.
Lo dicono i medici.
Non siamo nati per purificarci ma per vivere.
E vivere non è una cosa disinfettata. Da disinfettare.
Stella, hai ragione, fatti i tuoi calcoli, i tuoi conti.
Pensa di me quello che vuoi.
Sicuramente la mia vita è incasinata.
Sicuramente ho fatto i miei errori.
Ho le mie ferite ma dimmi?
C’è qualcosa di me che non vedi?
Qualcosa di me che non sai?
Non dico che sai le cose mie, non è questione di sapere ma è questione di autenticità.
Io sono così.
Questa sono io.
Questi sono i miei casini. Questo è come cerco di vivermeli.
Questa è la mia pace.
Se guardi la mia vita, vedi me.
Nella tua vita ordinata, quello che c’è, sei tu, Stella?
La tua vita è la vita di Stella?
Se guardo la tua vita, conosco te, Stella?
Nel puzzo di chiuso del giorno dopo le tue feste.
C’è la gioia che cercavi?
Nei tuoi amori “giusti”?
Giusto lui.
Giusto il lavoro.
Giusta la posizione.
Giusto il carattere.
Giusto tutto.
Nei tuoi amori c’è la tua sete di amare?
Nella tua casa vetri-specchi-acciaio-high tech., c’è casa tua?
Quando parli di amore, parli di quello che ami?
Tu. Stella, ami con quello che hai non quello che vuoi.
Io amo con quello che desidero.
Io amo con quello che non ho.
Io amo con quello che cerco.
Tu hai molto. Molto per amare. Usi tutti gli strumenti dell’amore per avere quello che vuoi: amore.
Non lo desideri.
Non sei in attesa di amare.
Sai cosa vuoi.
Hai quello che serve per averlo.
Per te è questione di tempo, di incontri, di esperienze, di capacità.
Io così non sono capace.
Io voglio fortemente amare ed essere amata.
Non voglio possedere niente. Voglio essere amata.
Chi ho vicino, chi è con me, per me, non troverà molto in me.
Se non il desiderio di amare.
Come un vuoto.
Come uno spazio per lui, per lei. Per chi è.
Certo, è un rischio.
Accogliere dentro, è un rischio.
Non è su un terreno neutro, comune, in cui io e lui abbiamo deposto le armi.
Desiderare è stare in me.
Abitare in me.
Non giudicarmi Stella.
Cercherò di non farlo con te.
Guardami, sono così.
Non c’è altro.
Per ora.
Poi, certo, spero di più.
Più amore, però.
Non voglio altro.
Solo più amore.
Se no, no.
Ho già dato.
La mancanza di amore, il non amore, è il vero contrario dell’amore.
E ho già dato.
Paci è il personaggio di un romanzo. È un’emigrante di origine venezuelana sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Da vent’anni vive a Roma e si mantiene facendo pulizie.