
Blog – È tanto bello vincere (se Wimbledon non è Squid Game)
Vincere è un verbo che sa di luce. Lo sa bene Jannik Sinner che contro Alcaraz aveva conosciuto più volte la sconfitta: e più dura di quanto avesse detto il tabellone. Eppure ogni volta Jannik è stato piegato dalla sconfitta senza essere spezzato. Ha rimesso insieme silenzi, fatiche, giorni uguali e diversi, ha cambiato preparatore atletico e fisioterapista, fino a ieri quando la palla che tocca l’erba alza al cielo mani che si aprono come rami fioriti.
Sinner non ha battuto Alcaraz, ha liberato se stesso. Si è visto per come aveva sempre creduto di poter arrivare a quel punto esatto dove il culmine si lascia raggiungere. Per questo è tanto bello vincere dopo essere stati sconfitti: perché chi vince dopo aver perso, sa che dentro di sé ha una scintilla che non si spegne mai. Jannik l’ha custodita, l’ha nutrita e ieri l’ha fatta brillare per sé, per chi lo guardava, per chi sognava che ogni caduta potesse diventare un volo. Con lui, ieri, abbiamo vinto tutti noi: perché quando uno ce la fa, ci ricorda che possiamo farcela tutti. Un tempo, nel circo di Roma, perdere il gioco voleva dire morire e vincere significava sopravvivere: il pollice girava, la spada cadeva, la sabbia beveva sangue. Per ogni applauso, un respiro si spegneva. Ce lo ha ricordato un incubo come Squid Game che con tanta crudeltà ci ha riportato lì da dove venivamo: da un’umanità che per secoli faceva spettacolo della morte.
Adesso sappiamo che nessun gladiatore giace sotto l’erba di Wimbledon. Possiamo guardare e applaudire sapendo che chi cade oggi domani potrà rialzarsi: come accaduto a Jannik e come accadrà a Carlos. L’applauso non è più grido di morte, ma promessa: torna. Rialzati. Riprendi la racchetta. Così da sempre l’uomo affronta il duello segreto che vive in ogni sua giornata. È tanto bello vincere: ma ancora più bello è sapere che la nostra vita non manda nessuno a morire, esserci messi alle spalle quello Squid Game che in tanti modi subdoli cerca di rientrare nelle nostre vite.