Articoli / Blog | 10 Luglio 2025

Blog – Kal-El, messia di celluloide: Superman come figura religiosa

Mentre nelle sale cinematografiche arriva l’ennesimo rebot di Superman vorrei riflettere sugli elementi religiosi contenuti nella figura del primo supereroe della storia: perché sì, in senso simbolico culturale, Superman può essere considerato una sorta di mito religioso moderno. Non perché generi un vero culto, ma perché svolge alcune funzioni simboliche e comunitarie simili a quelle di una religione tradizionale.

In primo luogo Superman è un messia venuto da un altro mondo. Kal-El, il vero nome di Superman, nasce su un pianeta morente e viene mandato sulla Terra per essere salvato e diventare salvezza. La sua storia riecheggia apertamente il racconto cristologico: un “figlio” mandato dal padre per guidare e proteggere l’umanità. Il nome stesso, Kal-El, ha radici semitiche e può essere letto come “voce di Dio”. Il simbolo sul petto di Superman — la famosa “S” — è stato reinterpretato come hope (“speranza”). Superman è la proiezione di ciò che l’umanità potrebbe diventare se seguisse la parte migliore di sé: giustizia, verità, sacrificio. È un archetipo di bene assoluto, quasi un angelo custode in costume.

Come avviene in modo simile per le religioni, Superman ha generato una comunità globale: fan club, convention, collezionismo, riti condivisi (film, fumetti, discussioni infinite). I “testi sacri” sono le storie originali, continuamente reinterpretate. Certo Superman non “si prega” però i suoi racconti vengono rimandati come parabole di virtù. In questo senso non ha senso chiedersi perché ci sia l’ennesimo film su Superman: sarebbe come chiedersi perché si fa l’ennesimo film su Gesù. Non è una saga: un nuovo episodio non avrebbe senso come non lo avrebbe un sequel in cui Gesù diventa un cacciatore d’alci in Siberia. Nella religione si raccontano sempre le stesse storie anche se con sfumature nuove.

Superman incarna archetipi antichissimi: l’eroe solare che vola, l’essere invincibile ma con una fragilità nascosta (la kryptonite). Clark Kent, l’uomo normale, convive col “dio” che porta dentro di sé: un racconto che riecheggia il desiderio di ogni uomo di trovare la propria parte “divina”. Naturalmente Superman non promette salvezza utraterrene (ma neanche altre religioni lo fanno: ad esempio il buddismo) né istituisce rituali o comandamenti, ma risponde a bisogni umani molto simili: speranza, giustizia, redenzione, senso del limite. È un “vangelo pop” (popolare) che ci dice: anche l’uomo più normale può scegliere di essere straordinario.

In conclusione Superman, un uomo che potendo dominare sceglie di servire, in senso proprio non è una religione ma possiede alcuni tratti del mito religioso secolare: un racconto potente che continua a dare significato, a unire persone, a ricordare che anche sulla Terra possiamo guardare in alto.

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