Articoli / Blog | 11 Giugno 2025

Blog – Alcaraz, il pubblico e la lezione per la vita

All’indomani della sconfitta di Sinner al Roland Garros, Adriano Panatta ha offerto una lettura lucida e profonda: a Parigi il pubblico era tutto per Alcaraz. “Carlitos è un mediterraneo sanguigno – ha detto – più empatico rispetto a Sinner, che è eccezionale per aplomb, educazione e stile, ma molto più controllato.” Non è solo una questione di tennis: è una metafora che parla a ciascuno di noi.

Chi ha il pubblico dalla propria parte, nella vita come nello sport, si sente garantito. Protetto. Riconosciuto. Non ha bisogno di difendersi, può rischiare. E quando rischi senza paura, spesso riesci. Giocare in casa o in trasferta fa la differenza: lo sa bene chi si è trovato a parlare in un ambiente ostile o a lavorare in un contesto che non lo capiva. In quei momenti ci si autocensura, si agisce con prudenza, si cerca di non esporsi. Ma quando intorno a noi sentiamo persone simili a noi – il pubblico del Meazza per il giocatore dell’Inter o del Milan, dell’Olimpico per il laziale e il romanista, del Maradona per il napoletano – o anche solo la famiglia, gli amici veri, una comunità affettuosa, allora si libera il meglio di noi stessi. Ci si sente incoraggiati. Non perfetti, ma accolti.

È qui la lezione: dobbiamo cercare e creare contesti dove ci sentiamo “in casa”. Non sempre possiamo decidere dove giocheremo la partita, ma possiamo scegliere con chi. Oppure, in senso attivo, possiamo essere noi quel pubblico per gli altri: farli sentire compresi, stimati, stare con loro anche quando sbagliano. Perché chi sa di non essere solo, osa. E chi osa, cresce.

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