
Blog – Chi era frate Leone per San Francesco?
Robert Francis Prevost ha detto di aver scelto il nome del suo predecessore Leone XIII principalmente a motivo della storica e importantissima enciclica Rerum Novarum alla quale desidera, in qualche modo, dare continuità. Nella medesima circostanza però ha premesso che le regioni erano diverse: più di una, non solo quella. Visto che il Papa precedente aveva scelto il nome del Poverello di Assisi non pochi hanno ricordato pertanto come frate Leone, pur non essendo dei primi seguaci di Francesco, sia stato il suo più caro amico, fratello e confidente. Basti pensare per esempio che nel famosissimo apologo contenuto nei Fioretti di San Francesco su ciò che è “Perfetta Letizia” l’interlocutore del Santo è, appunto, Frate Leone.
Il rapporto tra san Francesco d’Assisi e frate Leone è uno dei più toccanti esempi di amicizia spirituale nella storia della Chiesa. Frate Leone era un giovane chierico colto, mite e riservato, molto diverso per temperamento, pare, da Francesco. Eppure, tra loro nacque un legame profondissimo, fondato su una comunione di intenti e di spirito che andava ben oltre la semplice simpatia: Leone fu il confessore, il segretario e il compagno prediletto del Poverello. Era con lui nei momenti più intensi e decisivi della vita spirituale: ad esempio, fu testimone della ricezione delle Stimmate sul monte della Verna. Ciò che colpisce è la dolcezza affettuosa con cui Francesco si rivolgeva a Leone: in una delle lettere che gli ha lasciato, lo chiamava “pecorella di Dio”, esprimendo una tenerezza che sa di fraternità evangelica e di amore paterno insieme; oppure anche gli scriveva: “Così ti parlo, o figlio mio, come una madre”, sottolineando come l’amicizia spirituale possa avere una qualità quasi materna, fatta di cura, comprensione, compassione. Francesco si fidava di Leone perché vedeva in lui un’anima trasparente, umile, obbediente, capace di accogliere lo Spirito senza deformarlo con l’orgoglio o l’ambizione. Quando Leone era tormentato da dubbi interiori, Francesco gli rispondeva con parole semplici e profonde, aiutandolo a riconoscere che Dio è amore e misericordia, non giudizio e paura.
In sintesi, la loro affinità spirituale si fondava su una consonanza profonda: Leone riceveva e custodiva il carisma di Francesco con fedeltà e delicatezza, mentre Francesco vedeva in Leone una sorta di specchio della sua anima, qualcuno in cui la sua visione di Dio trovava eco e riflesso. Chissà che il nuovo Papa avesse presente anche tutto ciò nel momento della scelta del nome da Pontefice: semplice suggestione? Il tempo lo dirà
Intorno al minuto 4′ l’attuale Priore degli Agostiniani spiega che Papa Leone, nel scegliere il nome, ha pensato anche al discepolo di San Francesco