Articoli / Blog | 27 Marzo 2025

Blog – Una questione importante: i “san Matteo e l’angelo” di Caravaggio

Dal 7 marzo al 6 luglio, in concomitanza con il Giubileo, si sta svolgendo a Roma una meravigliosa mostra sul Caravaggio con un eccezionale numero di dipinti e quindi di visitatori. Questa circostanza mi dà lo spunto per riflettere sulla dottrina cattolica dell’ispirazione, questione che permette di comprendere come il rapporto tra uomo e Dio – in tutti i campi – non sia qualcosa di meccanico ma di libero e personale.

Non tutti sanno che il dipinto di “San Matteo e l’angelo” ha due versioni. La seconda è quella attualmente presente a Roma nella Cappella Contarelli a San Luigi dei Francesi ma ne esisteva una precedente. Venne rifiutata nel 1602 dalla committenza ma, acquistata dal marchese Giustiniani, giunse attraverso molti passaggi al Kaiser Friedrich Museum di Berlino dove venne distrutta dai bombardamenti nel 1945: per questa ragione di quell’esemplare esistono solo copie in bianco e nero (come nella foto). Le differenze tra i due quadri sono evidenti. In quello attuale l’angelo (che rappresenta l’ispirazione) si spiega con l’evangelista dando delle argomentazioni che addirittura computa con le dita delle mani. L’evangelista – e Caravaggio sottolinea come sia lo scrittore ad avere la penna in mano – ascolta con attenzione partecipando con l’intera sua umanità al compito affidato. In questo modo il pittore rende evidente come, sebbene l’autore principale della Scrittura sia Dio, gli estensori del testo siano anch’essi veri autori (cfr. CCC nn. 105-106). Nel primo dipinto invece, quello rifiutato, l’angelo guida materialmente la mano dell’evangelista suggerendo l’idea (errata) che il suo ruolo sia semplicemente meccanico, quasi solo materiale e inconsapevole.

Va da sé come la dottrina dell’ispirazione divina della Sacra Scrittura, se più conosciuta, consentirebbe di contestualizzare e quindi di comprendere meglio tanti versetti delicati dell’Antico Testamento e del Nuovo. Potrebbe anche aiutare a capire in modo più adeguato non solo quel tema ma anche, più generalmente, il rapporto tra uomo e Dio e cosa significhi comprendere e attuare “la divina volontà”

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