Blog – La prudenza di Callisto
Nel giorno della memoria di san Callisto è opportuno sottolineare uno dei tanti comportamenti prudenti di questo grande papa martire. In genere la parola “prudenza” viene associata all’idea dell’andare piano, del far di meno, dello stare attenti, ma non sempre è così. A volte lo Spirito Santo può spingere i cristiani ad essere prudentemente audaci, ad osare, ad essere coraggiosi. È il caso di san Callisto che impedì alla Chiesa di chiudersi in uno spaventato gorgo autoreferenziale.
Lo storico Rodney Stark, nel suo magnifico libro Ascesa e affermazione del Cristianesimo, racconta come il Papa di allora dovette subire molti attacchi da parte dei suoi colleghi integralisti perché permetteva che le donne cristiane si sposassero con pagani attraverso la formula del “giusto concubinato” ovvero senza un matrimonio ufficiale (op. cit. p. 154). Il problema nasceva perché le donne cristiane erano molto più numerose dei maschi e quella era l’unica strada per tenere in vita (e far crescere) il cristianesimo. Far crescere, sì. Perché una donna cristiana quando si sposa, ottiene che i propri bimbi siano battezzati e, spesso, che anche il marito si converta.
Oggi il problema spinoso che dovette affrontare san Callisto non esiste perché la Chiesa ha da tempo sancito l’assoluta legittimità del matrimonio misto ovvero del matrimonio tra un cristiano ed un ateo: è sufficiente chiedere previamente, attraverso il proprio parroco, l’opportuna licenza al vescovo che la concede praticamente sempre. Nel III secolo però le cose non erano così semplici e anche allora la prudenza cristiana veniva combattuta non solo dai pagani ma anche dai cristiani integralisti. L’antagonista principale di Callisto fu Ippolito, rigoroso teologo moralista, fine intellettuale che si circondava di persone ricche e che, ad un certo punto, divenne addirittura il primo antipapa della storia del cristianesimo. Non ci facciamo ingannare dal fatto che oggi Ippolito viene celebrato dalla Chiesa come santo. Lo fu veramente ma avvenne alla fine della sua vita quando, una volta condannato ai lavori forzati da un imperatore che non andava troppo per il sottile nel distinguere i cristiani da quelli di un altro, si convertì in Sardegna di fronte all’umiltà di Ponziano, primo papa rinunciatario, che trovò come lui ad metallas con il piccone in mano mentre scavava nelle miniere.
In quel momento, Ippolito, che si era opposto fieramente ai legittimi papi (prima Ponziano, poi Callisto) si convertì prima di morire martire sfiancato dalla prigionia. E riconobbe in cuor suo che, come ogni Papa, anche Callisto era dalla parte di Cristo