Articoli / Blog | 28 Maggio 2024

Blog – La memoria è madre

Ho nel mio computer tante cose che non ho mai pubblicato. Sono scritti miei misti a quelli di altri. Qualche giorno fa ho trovato un brano di qualcuno che non ricordavo chi fosse. Ho provato a pubblicarlo qui sul blog e, dopo pochi giorni, grazie a voi, mi è arrivata quella che sembra essere la risposta più probabile. Si tratta delle sorelle Bucci che, scambiate per gemelle, si salvarono perché avrebbero potuto diventare cavie negli esperimenti del terribile dottor Joseph Mengele, medico e criminale di guerra tedesco. L’immagine della copertina è quella di un loro libro: è possibile che lì sia contenuto il brano che riporto qui sotto

«Abitavamo a Fiume. Nel 1943 arrivarono e ci presero di sera, a casa, eravamo tutte donne. Nostro padre era prigioniero dall’inizio della guerra. Io avevo quattro anni e mia sorella sei. Nostra madre era sfollata in Italia con la nostra nonna, e con sua sorella. Partimmo tutti con un treno merci. Appena arrivate al campo di Auschwitz la nonna fu subito uccisa col gas. Nostra madre invece, di giorno lavorava e di sera veniva a trovarci alla nostra baracca. Ci ripeteva di continuo i nostri nomi, e ce li faceva ripetere. Poi ci parlava nella nostra lingua, non in tedesco, finché gli occhi le si chiudevano. Lì per lì non comprendevamo: capimmo solo quando realizzammo che quell’insistenza ci aveva permesso di salvarci. Pochi giorni prima della fine della guerra, nostra madre morì. Quando arrivò la Croce Rossa internazionale, tranne noi due, tutti i bambini parlavano quello strano tedesco che si parlava in campo di concentramento e molti non ricordavano il loro nome intero, spesso era rimasto solo il nomignolo. Furono portati in campi di smistamento in centro Europa e di loro non si seppe più nulla.
Noi due invece fummo subito riconosciute come italiane, sapevamo dire chi eravamo e da dove venivamo. Per questo ci siamo salvate».

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