Articoli / Blog | 21 Marzo 2022

ilSussidiario – ALAIN DELON SCEGLIE L’EUTANASIA/ L’ultimo copione di chi non sa accettare la realtà

Alain Delon combatte contro la vecchiaia ma lo fa nel modo sbagliato perché la rifiuta. Lo racconta al giornale Le Point il figlio Anthony, guarda caso alla vigilia del lancio della biografia Entre chien et loup (Tra cane e lupo).

Alain pensa che, ad una certa età, bisogna poter scegliere quando finire la propria vita senza passare per la trafila degli ospedali, dei ricoveri. Rifiuta il rischio di quella decadenza fisica e mentale difficile da accettare per tutti, ma soprattutto insopportabile quando sei stato un sex symbol. A ciò aggiunge un elemento difficilmente annoverabile tra le qualità della persona saggia: vuole programmare il proprio fine vita così da evitare ai suoi discendenti litigi sull’eredità. E così non sfugge alla tentazione di rimanere intrappolato nel ruolo, nella funzione, nel simboleggiare qualcosa o qualcuno, un’idea. Quando era giovane, appunto, era un sex symbol: ora non è riuscito ad emanciparsi dall’essere l’incarnazione di un ruolo e diventare così testimonial della “dolce morte”.

La sua volontà di programmazione, assieme alla voglia di apparire a tutti i costi, al desiderio di far sì che di nuovo, come un tempo, si parli di lui in televisione e sui giornali come di fatto è avvenuto, di rilasciare interviste, denuncia un’enorme insicurezza, che trapela nel desiderio di programmare fino all’ultimo particolare. Tutto ciò è umanamente comprensibile, ma ci dice di una vita che viene vista come una realtà precaria, senza orizzonti e fondamenti felici: al punto da non riuscire a nutrire fiducia nemmeno sull’amore seminato, temendo litigi tra i figli dopo la propria morte.

Gli antichi pensavano che la morte fosse il momento che rivelava la pienezza della propria identità. Forse un punto di arrivo sarebbe accettare che non si può controllare tutto, che invecchiare bene è anche abbandonarsi a ciò che accade e non volere per sé e per i propri cari un programma terribile, freddo e senza calore come quello dell’eutanasia. Vivere vuol dire anche soffrire, invecchiare e morire. Il punto non è programmare la fine anticipata di questa realtà, ma sapere di poterla vivere circondati dall’amore dei propri cari.

Tratto da IlSussidiario

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