Articoli / Blog | 28 Febbraio 2022

Blog – Perdonare è diventare liberi

Luigi Calabresi era un poliziotto che, nello svolgimento delle sue funzioni, fu accusato da molta parte dell’estrema sinistra della morte di Giuseppe Pinelli, un esponente del movimento anarchico. Fu vittima di un attentato i cui colpevoli vennero individuati solo dopo molti anni nelle persone di Ovidio Bompressi e Leonardo Marino mentre Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri furono indicati come mandanti.
Nel 2022 ricorrono i cinquant’anni dalla morte e in un libro la moglie di Calabresi, Gemma, nel ricordare la morte del marito, confessa di aver nutrito il desiderio di uccidere coloro che si erano macchiati dell’attentato ma di essere riuscita a perdonare grazie all’aiuto di Dio.
Nelle sue parole risentiamo l’eco delle parole di Liliana Segre che, ricordando di aver incontrato un gerarca nazista mentre si stava spogliando della sua divisa e delle sue armi, diceva di aver provato il desiderio di prendere la pistola di cui costui si era liberato per ucciderlo. Dalla scelta di non premere il grilletto, di non vendicarsi, nacque, così racconta, un momento di grande libertà.
Alla grandezza dell’umana libertà di cui parlava la Segre, Gemma Calabresi aggiunge la grazia del perdono. Perdonare però è frutto di un percorso non è un colpo di testa buonista. Prima bisogna riconoscere l’ingiustizia patita e il dolore subito, poi si consegna tutto al cuore di Dio Padre. Così è possibile vedere persino in un assassino, un fratello, che Gesù, rispetto a Giuda, riesce perfino a chiamare “amico”. In questo passaggio riconosciamo che la fede, oltre a renderci liberi ci fa sollevare non solo dal dolore, dalla morte, dal peccato, ma anche dalla rabbia, dalla solitudine. Ci fa vedere tutti gli uomini come compagni di viaggi capaci di compiere azioni sia buone che cattive

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