Articoli / Blog | 07 Ottobre 2021

Blog – Fischi a Donnarumma: quando si uccide con le parole

La nazionale italiana perde la sua imbattibilità in una serata rocambolesca, ferita dal “fuoco amico” contro Donnarumma, reo di aver fatto una sua libera scelta professionale andando contro le preferenze di alcuni tifosi milanisti.
Il povero Gigio è stato sommerso da una pioggia di fischi al Meazza da chi avrebbe dovuto sostenerlo. Ogni volta che la palla passava dalle sue parti Donnarumma si prendeva bordate di fischi: e sfido qualsiasi 22enne a rimanersene tranquillo e sereno. Incolpevole sui gol commette però al 19′ una papera che tradisce il suo stato d’animo e che trasmette insicurezza a tutta la squadra.

Il tifo può essere una cosa bellissima, divertente e serena se è a favore dei propri beniamini. Diventa qualcosa di terribile se è contro. Contro gli avversari, contro una singola persona. A ben guardare i fischi, il tifo “contro” – che avviene ovunque, anche negli uffici e nelle parrocchie, non solo negli stadi – hanno dentro di sé una non piccola componente di odio. Una frase come “a Milano non sarai mai più benvenuto” è una dichiarazione di guerra definitiva che potenzialmente contiene un’alta carica omicida. Non esagero.

È Papa Francesco a sottolineare come il parlar male sia già un omicidio anche se, naturalmente, non è perseguibile penalmente. Oltre a ciò, “essere contro” gli altri distoglie dall’impegno personale per migliorare. le forze vanno tutte nella direzione di affossare gli altri, non in quelle di costruire il proprio progetto di vita. È un voler entrare in concorrenza con qualcuno non in senso positivo, spingendo se stessi ad essere migliore da tutti i punti di vista, ma abbassando gli altri, togliendo loro forze, stimoli e prestigio. Insomma, è davvero voler uccidere

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