Articoli / Blog | 17 Settembre 2021

Blog – Un alluvione di femminicidi

Ieri, nella medesima giornata, due notizie orribili praticamente identiche. I titoli mi arrivano sullo smartphone per strade diverse e non riesco subito a capire che sono due cose distente che accadono nelle stesse ore.
Nel vicentino, un uomo uccide una ragazza di 21 anni con un colpo di pistola e si toglie la vita. Alessandra Zorzin conosceva da poco il suo assassino, una guardia giurata di 38 anni: costui, dopo la fuga, raggiunto dalle forze dell’ordine si è sparato nella sua auto. Alessandra aveva una bimba e il suo cadavere è stato scoperto dal marito. L’omicida si riferiva alla Zorzin chiamandola “la mia fidanzata” e si è suicidato con la stessa arma con cui ha compiuto il femminicidio.
Nelle stesse ore arriva la notizia che in Francia, a Saint-Pierre-lès-Nemours, ancora con un’arma da fuoco, un uomo uccide la moglie e poi si toglie la vita. I corpi della donna e del marito, rispettivamente di 65 e 64 anni, sono stati ritrovati domenica sera intorno alle ore 22:40 nella camera da letto della coppia. All’origine della tragedia ci sarebbe un “matrimonio sofferto“ con problemi all’interno della coppia: la donna voleva da tempo lasciare il marito. Insomma, una vera alluvione di femminicidi. Secondo un giornale, quello della Zorzin sarebbe il settimo in dieci giorni.
Questi drammi, pur essendo uno italiano e uno francese, parlano la stessa lingua e ripetono come una terribile cantilena gli stessi gesti: lui che uccide lei e poi si toglie la vita. Lui che non sopporta il no di lei e allora si trasforma in un mostro che elimina la donna dalla vita perché se non può averla lui, allora non deve averla nessuno. Dopo di che, incapace di caricarsi sulle spalle la responsabilità dell’atto compiuto, si toglie la vita. È normale, ormai, nel dramma del femminicidio, che l’uomo, dopo aver martoriato la vittima, si tolga la vita confermando così che chi compie queste azioni non solo è crudele e possessivo ma anche vigliacco e debole.
Come avviene in Afghanistan, davanti a questi omuncoli le donne giganteggiano. Se c’è ancora qualcuno che si chiede perché mai sia necessario prevedere un reato specifico per il femminicidio, questi eventi ce ne danno una conferma lucidissima e terribile. Perché uomini così vigliacchi da uccidersi per non pagare il debito scaturito dalla loro violenza, dovrebbero serenamente accettare che li segua il marchio infamante di aver usato violenza contro chi, a volte, li aveva persino reso padri

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