Articoli / Blog | 15 Maggio 2021

Blog – È giusto mettere a repentaglio la propria vita quando si lavora?

Dopo aver letto le motivazioni che hanno portato alla beatificazione del giudice Livatino, scrivevo che con il passare dei secoli lo Spirito Santo aveva fatto comprendere alla Chiesa che essere martiri non era solo essere sbranati dai leoni “in odio alla fede”: anche il semplice compiere in modo eroico il proprio dovere lavorativo è sottolineare la propria appartenenza a Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo.
Livatino avrebbe potuto fare il giudice in modo più blando, meno serio: invece aveva preferito andare fino in fondo sapendo di mettere a repentaglio la propria vita.

Questa considerazione ha suscitato delle riflessioni meritevoli di attenzione. Su Instagram per esempio una persona ha scritto “non si dovrebbe mai correre il rischio di morire per compiere il proprio dovere professionale”. Per certi versi questa convinzione è inappuntabile. È ovvio, per esempio, che Luana D’Orazio, la ragazza uccisa mentre lavorava all’orditura, non sarebbe dovuta morire: ovvero, va da sé che sia necessario fare in modo che incidenti come quelli non si ripetano, ma è altrettanto evidente che l’eventualità di compiere il proprio dovere professionale a costo della vita, rimarrà sempre.

Pensiamo per esempio ai 353 vigili del fuoco che l’11 settembre 2001 morirono a New York nel tentativo di salvare delle persone intrappolate nelle macerie. Molti di loro erano perfettamente consapevoli del rischio mortale cui andavano incontro però decisero di andare fino in fondo, di mettere a repentaglio la propria vita. La stessa cosa può accadere in ogni professione: non solo a quelle evidentemente pericolose. Anche un impiegato comunale che denuncia un sistema corrotto rischia quanto mento il posto, magari anche la vita. Perché questo comportamento è cristianamente eroico? Perché per un cristiano lavorare è servire qualcuno, quindi amarlo. È bello scoprire che quando crediamo di lavorare solo per arrivare al 27 del mese e riuscire a pagare le bollette della luce in realtà stiamo servendo il nostro prossimo e quindi stiamo amando Dio