Articoli / Blog | 11 Maggio 2021

Blog – Isola dei Famosi, se lo “spettacolo” della fame è immorale

Sull’Isola dei Famosi (rinominata «lazzaretto» dagli stessi “naufraghi”) stiamo assistendo da settimane alla spettacolarizzazione della sofferenze per fame. Le ultime brutte notizie sono il ritiro di Ubaldo costretto a lasciare per motivi di salute e l’estrema magrezza di Awed, tanto eccessiva da accendere i dibattiti se sia o no svenuto per fame. Sta di fatto che tutti i naufraghi sono pronti a qualsiasi cosa pur di accaparrarsi un pasto decente.
Nonostante L’Isola abbia ancora milioni di spettatori non riesce più a vincere le serate, anzi i suoi ascolti tendono a scendere sempre di più. Mi chiedo se il motivo non sia l’immoralità di questa sofferenza sbattuta in prima serata. Forse la spettacolarizzazione della fame fatta in video è un’offesa a chi ha fame per davvero e soffre nel silenzio. E il pensiero non va ai paesi lontani ma a noi italiani. A chi negli ultimi dodici mesi ha dovuto affrontare una pandemia con conseguenze economiche che non andavano a incidere solo sul conto in banca ma andavano a toccare quello che arrivava o non arrivava a tavola. Ricordate Amadeus quando all’ultimo Sanremo giustamente disse “ci sono persone che non sanno se la sera riescono a mettere il piatto a tavola, la gente è disperata, il Paese è come se vivesse una guerra”? Ebbene è proprio così. Chi non ha mai fatto un naufragio vero è disposto a scherzarci su, ma chi è stato sul Titanic trova che sia immorale organizzarci sopra uno spettacolo televisivo: e così, chi ha fame sul serio pensa che la fame non debba essere oggetto di intrattenimento televisivo.
Forse gli autori del programma non sanno che le mense della Caritas sono affollate da tanti nuovi poveri e non solo dai senza tetto. I “nuovi affamati” sono le tante persone che non lavorano e, quindi, non incassano. Impiegati, artigiani, gente che prende i piatti di nascosto e va via: persone, in maggioranza italiani, che sono proprio quelle che la sera dovrebbero guardare L’Isola. Chi ha fame in Italia, ormai, non sono solo i clandestini ma i tanti italiani che si vergognano di chiedere. Quando vogliamo capire se una cosa è morale o immorale non inerpichiamoci in faticosi labirinti mentali ma guardiamoci attorno, osserviamo la realtà e ascoltiamo il nostro cuore. Un uomo, una donna che non ha da mangiare e non riesce a dar da mangiare ai propri cari non è disposto a scherzare insieme a chi si mette nelle condizioni della fame a ragione dello share, né è disposto a farlo chi lotta con la dieta per non aumentare troppo di peso o per evitare quell’anoressia che nel nostro Paese miete milioni di vittime. Chi prova la fame seria non è disposto a riderci su. Forse gli autori del programma dovrebbero pensarci.