
Blog – Una piccola storia della Via Crucis
Il cristiano non deve “imitare” Cristo ma è chiamato ad identificarsi con Cristo. Io credo che il desiderio di “fare la Via Crucis” nasca tutta da questa differenza, apparentemente piccolissima.
“Imitare” è il verbo che può descrivere il rapporto tra discepolo e maestro: un’apprendista nella bottega di Michelangelo cercava di imparare dal maestro, imitandolo. L’identificazione con Cristo invece è qualcosa di profondamente diverso: è lo Spirito Santo che, attraverso le vicende della sua giornata fa l’uomo “cristiano”, cioè “un altro Cristo”. La vocazione del cristiano infatti è quello di essere “figli nel Figlio”, figli del Padre in quel Figlio che è Gesù Cristo.
Questa identificazione significa che nella nostra vita, in maniera misteriosa, si ripete quella di Gesù.
Quindi, tornare alla Via Crucis di Cristo, non significa semplicemente ricordare una vicenda avvenuta a qualcuno che amo, come potrebbe essere girare per un museo ripercorrendo le tracce di personaggi che ammiriamo, ma verificare l’esistenza della realtà della Croce nella mia vita. Quando io “faccio la Via Crucis” il mio atteggiamento interiore deve essere quello di dire: ecco, sta accadendo a me quello che è successo a Gesù: questa malattia, questo limite, questa incomprensione, questa ingiustizia, sono le stesse sue, si ripete in me la vita di Cristo. Sto semplicemente ripetendo quello che scrive San Paolo quando dice «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
La maggior parte degli storici pensa che la devozione della Via Crucis si debba a San Francesco d’Assisi o comunque che certamente nasca nell’ambito della tradizione francescana. Quello che è certo, è che la devozione della Via Crucis venne diffusa dai frati minori francescani che hanno la custodia dei Luoghi Santi di Palestina dal 1342: poiché era impossibile andare a Gerusalemme si pensò di rappresentare la Via Crucis nelle chiese. Fu Papa Clemente XII, nel 1731, a far uscire la Via Crucis dalle chiese affidate ai frati per estenderla a tutta la Chiesa. Un forte diffusore della devozione della Via Crucis è stato il frate minore San Leonardo da Porto Maurizio. Attualmente alla Via Crucis è annessa l’indulgenza plenaria alle solite condizioni
Alcuni fanno risalire la storia di questa devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, e io sono tra questi. Sono intimamente certo che Maria trascorse il Sabato Santo in quel modo. Ricordiamoci che Lei era l’unica, in quel momento, a credere che Gesù sarebbe risorto. Non lo credevano le donne, non lo credevano gli apostoli.
Su Amazon una signora, Chiara, recensisce la “Via Crucis vista con gli occhi di alcuni personaggi del Vangelo” scrivendo “Ho acquistato questo libro. È davvero una ‘perla’. Permette di avvicinarsi ai personaggi della via crucis da una prospettiva nuova: sembra di sentire dentro ciò che ognuno di loro prova nel vedere Gesù nella sua salita al calvario. I personaggi del Vangelo hanno un’impronta umana e concreta. A me è piaciuto moltissimo.”
Ne sono tanto felice.
Il merito va alle Edizioni Amen che trovandole sul mio sito Come Gesù me le hanno chieste. Quando le ho scritte, io ho voluto dare un forte taglio relazionale. Moltissime Via Crucis hanno tonalità morali. Sembra dicano: guarda, o peccatore, come il tuo peccato come ha ridotto Gesù, adesso cerca di cambiare. Oppure, più di recente, è diffusa anche la valenza sociale: il Cristo ferito e ucciso sono anche il mondo, i carcerati, gli immigrati, e così via.
Io, ripeto, in entrambe le mie 2 Via Crucis, ho voluto dare un taglio relazionale: ho cercato di immaginare incontri reali (anche se “immaginari”) tra ciascuno di noi e Cristo. Perché è solo attraverso l’incontro con Lui che può passare lo Spirito Santo.
Qui la possibilità di acquistare le 2 Vie Crucis
https://youtu.be/61ULLOB5gH8