METRO – Quei ritmi stravolti preoccupano
Ritmi stravolti, orari impossibili, famiglie in crisi per riprendere i figli da scuola, da sport, dal catechismo: l’attivazione della dad, lo smartworking, la necessità del distanziamento hanno portato caos e apprensione. Molte volte la convivenza forzata per orari prolungati e la necessità di condividere devices, orari, spazi, ha generato e sta generando ansie e conflitti. A volte esplosivi. Chi paga il prezzo più alto non sono gli adulti ma i giovanissimi. Dall’ospedale Bambin Gesù arriva una notizia terribile: l’allarme per il numero crescente di giovani che tenta il suicidio o pratica atti di autolesionismo. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dice che la prima volta il 100% dei posti letto è occupato da tentativi di suicidio e che al pronto soccorso ogni giorno c’è almeno un ricovero per autolesionismo. Il governo dovrebbe tener conto di questo lato della crisi: un aspetto meno appariscente, che grida meno di altri ma che fa più male di tutti. Gli adulti si buttano nei loro doveri quotidiani, stringono i denti e si difendono: i giovani invece sono l’anello debole. Una crisi come questa può sfociare nello riscoprire antichi valori come quello della solidarietà tra famiglie vicine, l’aiuto del quartiere, la vicinanza dei colleghi per arrivare ad affrontare situazioni che una famiglia da sola non può assolutamente affrontare