Articoli / Blog | 15 Febbraio 2021

Blog – Ben tornato segno della pace (e non è una strizzatina d’occhi)

Come stabilito dalla Conferenza Episcopale Italiana il giorno 26 gennaio scorso, nella Messa domenicale di ieri 14 febbraio abbiamo ricominciato a scambiarci il dono della pace.
Naturalmente, in ossequio alle norme della prossimità, il gesto viene compiuto da distanza “guardandosi negli occhi o facendo un inchino del capo”. In astratto questo modo di scambiarsi il segno della pace sarebbe potuto continuare fin da subito, fin da quando abbiamo ricominciato ad andare Messa con le restrizioni, ma era alto il rischio che all’annuncio “scambiamoci un segno di pace” pronunciato dal celebrante qualche distratto effettuasse la classica stretta di mano, magari con annesso abbraccio.
In una circostanza il cardinale Bassetti ha raccontato come Papa Francesco, nella Messa di santa Marta, non abbia mai mancato di dire ‘scambiatevi il segno della pace. “Qualcuno – ha fatto notare il Presidente della Cei – gli ha detto [al Papa, ndr] che non ci si può scambiare il segno della pace, ma il Papa ha risposto che non ci si può scambiare la pace avvicinandosi e dandosi la mano, ma lo si può fare anche a distanza con un sorriso, uno sguardo dolce e benevolo, che diventano un modo di comunicare pace, gioia e amore. E così, pur restando a debita distanza, cercheremo di scambiarci la pace”.”

È una bella occasione per ricordarsi che il segno della pace è, come ha ricordato la CEI nel comunicato, “il dono della pace”: cioè qualcosa che scende dall’alto e che il sacerdote, dall’altare, comunica al popolo. Per questo nell’Ordinamento Romano è inserito, come dono celeste, nel contesto della liturgia eucaristica.

Il dono della pace che domenica scorsa abbiamo gradualmente ricominciato a regalarci gli uni gli altri non è una strizzatina d’occhi, è uno dei modi in cui esprimiamo quella particolare relazione d’amore che chiamiamo Chiesa.