
Blog – La lezione di Sinner a chi vuole una vita facile
Jannik Sinner perde al quinto set degli Australian Open, contro il numero 12 al mondo che ha due anni più di lui, dopo una maratona di quasi quattro ore e una palla mancata per il cinque a cinque, e nella conferenza stampa dice semplicemente “ha meritato di vincere”.
I suoi fan avevano già cominciato l’italica litania dell’accampare scuse dal momento che Sinner ha avuto poco tempo per riposarsi, ma sono sentiti smentiti.
Meno di 24 prima della partita persa aveva vinto il Melbourne 1, il suo secondo torneo di fila e quindi, secondo loro, gli organizzatori avrebbe dovuto farlo riposare un giorno in più, visto che era possibile. Jannik era semplicemente finito fra i 64 giocatori della metà alta del tabellone, quelli che avrebbero giocato il primo giorno: secondo gli amanti delle scuse i responsabili avrebbero potuto decidere che il turno di Jannik fosse spostato al secondo giorno.
Ma Jannik ha detto “ho dato tutto quel che potevo. Non ci sono scuse”. Nonostante abbia solo 19 anni, da persona adulta e responsabile, sapeva i rischi che correva iscrivendosi a un torneo che, come poteva accadere, è terminato a ridosso degli Australian Open.
Sinner come può essere così duro con se stesso? Perché sia lui che il suo allenatore hanno le idee chiare. Sinner vuole diventare il numero uno al mondo e quindi sta allenando la sua mente prima ancora che i suoi muscoli. Prima di Melbourne si è allenato due settimane con Rafael Nadal ed ha imparato tantissimo. “Gli sono servite molto le due settimane di allenamento con Nadal – ha detto Riccardo Patti, l’allenatore di Sinner – uno che tutti i giorni, sta lì, sta lì, sta lì su ogni palla. Anche Jannik è sicuramente un grande lavoratore però ha potuto toccare con mano che uno come Rafa, che ha vinto 20 Slam, è ancora più lavoratore di lui”.”
Affrontare un compito così gravoso non è stato un errore ma una scelta. Il temperamento si fa “temperandosi”. Ci vogliono obiettivi, lavoro, fatica. Sinner ha deciso di sottoporsi a un programma molto impegnativo perché vuole non solo vincere ma vuole migliorare. Il carattere, la determinazione, la “schiena dritta”, si costruiscono con le motivazioni. Ci sono cose che si imparano non in allenamento ma in sfide impegnative, ravvicinate, con avversari difficili. Per questo la scelta di Sinner e di Patti è stata quella giusta. Hanno usato il criterio che dovrebbe guidare ogni nostro giovane quando costruisce il percorso della sua vita.
