METRO – Se mamma e papà muoiono insieme
Quando muore un genitore la percezione del bambino è che siano morte contemporaneamente una parte di sé e qualcosa d’importantissimo che era altro da lui: una sorta di divinità che era rappresentata dai genitori. Si forma così nel bimbo un vuoto incolmabile. Sarebbe sbagliato cercarlo di riempire subito, anche se con le migliori intenzioni. Cosa serve a un bambino in questi casi? In primo luogo può essere utile rispettare un periodo di dolore del bambino: in quei momenti bisogna solo “stare accanto”. Poi è importante creare un confine, dare una forma a quel vuoto: far vedere al bambino che il senso di abbandono ha un argine. Sono i nonni, i parenti, i fratelli, la scuola: tutte le realtà che costituiscono una motivazione per andare avanti, per continuare a vivere però senza dimenticare. Perché un fattore di cura è proprio il ricordo del proprio passato con la mamma, con il papà. Può esserci un’abitudine familiare da mantenere, un gioco, qualcosa da rendere un rito. Ci sono genitori che sanno di essere chiamati presto a morire, per una malattia per esempio, e proprio loro spesso lasciano video, lettere, foto, in cui si rivolgono ai figli perché si ricordino di loro. In Billy Elliot per esempio, la lettera della madre deceduta al figlio non è solo un memoriale ma è anche un volano che permette al figlio di non considerare il dolore una tragedia ma anche l’occasione per ripartire