
ORA/ Tra Cielo e Terra – Il senso etico del voto
Il voto in America con l’elezione di Biden (nel momento in cui scrivo, ancora da confermare) oltre ad aver avuto il merito di distoglierci per un attimo dalla crisi sanitaria, ci ha ricordato l’importanza di andare a votare: Biden e Trump hanno preso personalmente più voti che gli altri Presidenti. Andare a votare, oltre che essere un dovere dal punto di vista cristiano, è garanzia che stiamo facendo del nostro meglio per rendere vero il detto per cui “il potere appartiene al popolo”. Ma è anche tante altre cose. Una presa di coscienza dei nostri limiti, visto che non siamo in una democrazia diretta ma votiamo dei rappresenranti. È un diritto / dovere che specchio della nostra libertà e della nostra responsabilità visto che è l’unico modo reale di cambiare le cose: solo se voti puoi lamentarti per le cose che non vanno. Mettere il voto significa dare un nome al nostro desiderio di migliorare il Paese impedendo che vinca la logica del qualunquismo, della politica “che fa tutta schifo,” del “domenica non andate a votare ma andate ad amare”. Il voto è una manifestazione di etica comune che passa dal gesto minimo di ciascuno e se applicassimo questa logica ovunque la nostra società sarebbe un po’ migliore. Un voto è senza sesso, senza religione, senza colore della pelle, senza lingua ma porta il nostro nome. E non solo il nostro: con quella “x” ci facciamo carico di tutti, cerchiamo di contribuire al bene di tutti e se perdiamo, pazienza: alla prossima volta proveremo a fare diversamente. Chi vota è una persona che non rimane indifferente, è una persona che non dice mai “tanto non cambia niente”.