Articoli / Blog | 09 Novembre 2020

AGI – Cosa c’entra l’imperatore Costantino con la sfida Trump-Biden sull’aborto

Oggi [il 9 novembre, ndr]si celebra il giorno in cui il cristianesimo divenne ideologia parastatale e quindi, invece di essere via al Cielo, diventa strumento strapazzato di qua e di là dalla politica per piegarlo ai propri interessi

Molti non lo sanno ma l’attuale risultato delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti è legato a doppio filo alla festa cristiana che la Chiesa celebra oggi, 9 novembre.
Nessuno nega che il voto cattolico, con Trump contrario all’aborto e Biden “cattolico adulto” a favore (anche se personalmente contrario) sia stato un elemento di peso nell’esito finale: tutti sanno cioè che, dai tempi dell’imperatore Costantino, la questione delle relazioni tra cristianesimo e potere civile è di importanza decisiva.
Meno chiaro però è cosa c’entri la festa di oggi con tutto ciò, e forse per questo vale la pena rifletterci qualche istante. Oggi è l’anniversario della Dedicazione della Basilica Lateranense (la cui denominazione completa comprende anche i nomi del Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista) che Costantino “donò” alla Chiesa nel 324 d.C. e che di fatto segnò non la cristianizzazione dell’impero, come ci viene insegnato a scuola, bensì la mondanizzazione del cristianesimo.
Il motivo è semplice: Costantino, con il donare ai cristiani dei luoghi di culto, forzò in loro quella dimensione di religiosità naturale e pagana che ciascun cristiano, in quanto uomo qualsiasi, ha dentro di sé e dalla quale dovrebbe emanciparsi definitivamente pena ridurre il cristianesimo a una religione come tutte le altre.
I primi cristiani infatti – come raccontano san Paolo e gli Atti degli apostoli (1 Cor 3,16; 2 Cor 6,15; Ef 2,21ss; Atti 7, 44-50) – a differenza degli ebrei non riconoscevano la presenza della divinità in un tempio e, tantomeno, a differenza di tutti gli altri pagani, situavano Dio in un bosco sacro, in un luogo sacro, e quindi non avvertivano la necessità di una dimora che fosse lo spazio nel quale circoscrivere la presenza della divinità. Il santuario di Dio era la stessa comunità dei cristiani, ovvero erano le relazioni d’amore che si instauravano tra i credenti, che significavano una radicale spiritualizzazione apolitica delle manifestazioni devozionali (cfr Gc 1,27).
La dimora di Dio non può essere fatta da mano d’uomo perché “la dimora” sono le relazioni d’amore che lo Spirito Santo costruisce tra gli uomini e non sono gli edifici che gli uomini costruiscono. Così, lo scrittore cristiano Minucio Felice poteva ancora scrivere nel III secolo “non possediamo né templi né altari” e la medesima cosa diceva l’apologeta Arnobio nella sua disputa Adversus Nationes. Quando Costantino regalò ai cristiani l’attuale Basilica (che fu solo la prima, visto che poi, al posto di quelli pagani, disseminò l’impero di altrettanti luoghi di culto cristiani) in realtà comprò, con quei doni, il cristianesimo e lo piegò al proprio disegno politico: di fatto la parola ecclesia che fino a quel momento indicava la comunità di coloro che si amavano in Cristo, divenne il modo di chiamare il luogo del culto, cioè dove la comunità si riuniva a pregare.
Insomma, la data di oggi – 9 novembre – celebra il giorno in cui il cristianesimo divenne ideologia parastatale e quindi, invece di essere via al Cielo, diventa strumento strapazzato di qua e di là dalla politica per piegarlo ai propri interessi. E di questo le elezioni del Presidente degli Stati Uniti sono stato l’ultimo esempio.

Tratto da AGI