
Blog – Nuovo Messale: la nuova espressione “fratelli e sorelle” è azzeccata
Celebrare con il nuovo Messale sarà obbligatorio per la diocesi di Roma a partire dal nuovo anno liturgico ma, per una serie di circostanze, io lo sto facendo già da qualche giorno. Per questo mi sono sorpreso a scoprire con gioia che quando prima dicevamo “fratelli” oggi diciamo “fratelli e sorelle”: diremo per esempio “confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…”
Mentre celebravo, subito mi sono ricordato delle recenti polemiche sul titolo della nuova enciclica quando, per ignoranza rispetto alle Fonti francescane, si accusava Papa Francesco di aver trascurato “la parte femminile della Chiesa”.
Già: perchè la Chiesa, essendo Popolo di Dio, è mista. Ma questa è una rivoluazione introdotta proprio da Gesù Cristo. Lui che ha tenuto con sé – sempre, tranne che nell’Ultima Cena – le donne e che le ha fatte ambasciatrici della notizia più importante: la sua Resurrezione. Sì, il cristianesimo “è misto”.
Risparmio in merito, come pleonastici, i riferimenti all’Islam, ma voglio ricordare che nell’induismo c’è la sati: la consuetudine per cui la vedova doveva morire viva legata al marito sulla pira dove l’uomo morto veniva bruciato. Se la donna fuggiva al suo destino, la sua famiglia veniva ostracizzata. Nel XIX secolo la pratica della Sati divenne fuori legge ma fino ad allora era prevista e la donna che non la faceva portava il disonore sulla famiglia.
Nell’ebraismo abbiamo che nell’atrio del Tempio di Gerusalemme, quello costituito dal terzo cerchio possono entrare gli uomini e si chiama “atrio degli israeliti”; poi ce n’è uno più esterno chiamato “atrio delle donne” ed è quello fino a dove, appunto, possono entrare le donne. È interessante notare che il nome religioso degli israeliti è “figli d’Israele”, figli al maschile; poi ci sono “le figlie d’Israele”. Quando Paolo dice che non c’è più «né uomo né donna» (Gal 3, 28-29) fa riferimento a questa differenza ed è la novità del cristianesimo.
Perché, appunto, la Chiesa è mista. Benvenuti “fratelli e sorelle”.