Blog / Una donna nel Vangelo | 18 Settembre 2020

Sabato 19 settembre – Per poter avere

Commento al Vangelo (Lc 8,4-15) del 19 settembre 2020, sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti, audio o scritti, a [email protected]

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. l significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Ci sono cose che anche se sono nostre, dobbiamo donarle.
Seminatore e seme.
Ci sono cose che sono così importanti che portiamo lo stesso nome.
Seminatore e seme.
Ci sono cose che dobbiamo lasciare morire per farle vivere, per dare la vita.
Seminatore e seme.
Come Dio con te.
Come io con te.
Lasciarti andare.
A morire.
Per vivere.
A volte vorrei non vedere e non capire.
Ma vorrebbe dire non amarti.
Vorrebbe dire non amare.
E allora anche se sei mio, ti lascio andare.

C’è un seme che sei tu.
E una strada che sono io.
Arriva il demonio che mi vuole.
E per prendere me, prende te.
C’è un seme che sei tu.
E una pietra che sono io.
Non riesci ad entrare in me.
Le tue radici non entrano.
Rimani in superficie.
Arriva la sofferenza e porta via la gioia e tu con lei.
Anche la gioia ha bisogno di te e delle tue radici.
C’è un seme che sei tu e dei rovi che sono io.
Ti abbraccio ma ti tradisco.
E le mie braccia invece che amare, ti soffocano.
C’è un seme che sei tu.
E un terreno buono che sono io.
Morbido, umido, da farci casa.
E allora entri.
E allora ti custodisco.
E tutto muore e tutto nasce.
C’è un seme generoso che sei tu.
Che non ti stanchi di cadere su di me, in me.
Che mi ami tanto da sprecare la vita per me.
Da dare la vita per me.
Grazie amore mio.

Come si fa ad amare così tanto?
Così tanto da sprecare, da buttare, da soffocare, da seccare.
Come si fa ad amare così a lungo?
Da cercare, cercare, cercare.
Fino a trovare il terreno buono.
Dove posarsi.
Dove entrare.
Dove chiudere gli occhi.
Per riaprirli su un frutto meraviglioso e abbondante come solo l’amore sa creare, sa germogliare.
Come si fa?
Si fa con l’amore.

Ci sono dei misteri che solo tu puoi dare, puoi dire.
Sono i misteri di Dio.
Escono solo dalla tua bocca.
Cadono solo dalle tue mani.
Come seme.
Chi ti ascolta,non lascia entra altro, ma prende altro, perde tutto.
Tutto consegna al demonio.
Chi ti soffoca.
Chi ti perde.
Tutto perde.
Ci sono dei misteri, i tuoi, che devo nascondere dentro di me.
Far morire dentro di me.
Per poterti avere.
Per poter avere.
Tutto.

Ci sono giorni in cui sei nella mia vita come seme portato via dal demonio.
Ci sono giorni in cui sei nella mia vita e ti soffoco perché mi faccio troppi problemi, troppi pensieri.
Ci sono giorni che invece di tenerti dentro di me, al riparo.
Ti lascio senza acqua, senza vita.
Non lo so perché.
Non lo so perché a volte sono dura come strada, secca come pietra, senza aria come un rovo.
Non lo so ma a volte sono così.
Proprio con te che amo molto.
Non stancarti.
Non stancarti di cercare quella parte della mia vita.
Quella parte di me in cui puoi entrare.
Entrare e riposare.
Entrare e morire.
Per essere vita.
In me e con me.