Articoli / Blog | 08 Agosto 2020

Blog – 75 anni di Hiroshima. E ancora ci nascondiamo dietro le foglie di fico

Il 6 agosto 1945 alle 8.15, gli Stati Uniti sganciarono l’atomica su Hiroshima, mettendo fine alla guerra del Giappone.
La cosa più tremenda che ho letto nelle commemorazioni di questo tragico anniversario, è proprio la seconda affermazione: mettendo così fino alla guerra.

Sono, su scala enorme, le parole con cui Caifa mette fine alla vita di Gesù: “uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera»” (Gv 11,49- 50).

Quando leggiamo delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, l’idea che comunque abbiano posto termine alla seconda guerra mondiale ci sembrano una giustificazione, se non accettabile almeno dignitosa. Ed è così perché tante volte – io parlo per me – accettiamo di compiere un’ingiustizia perché venga sventata un’ingiustizia ancora più grande. Ma questo non è mai vero: l’assassinio di Gesù (perché alla fine di quello si trattò, visto che non ci fu alcun processo giusto) non evitò che i romani radessero a zero il Tempio e l’intera Gerusalemme, nel 70 d.C.
Non si può mai fare nulla di male nemmeno dietro l’apparenza di un bene da raggiungere. Tutti noi però ci facciamo degli sconti. Allora chiediamo a Dio il dono delle lacrime. La voglia almeno, di poter piangere con il nostro Dio per la nostra debolezza, e di chiedere perdono.