Articoli / Blog | 25 Luglio 2020

VOI mese – Bene per bene, male per male

Le periferie esistenziali che cercheremo di abitare in questa rubrica non sono solo quelle della povertà sociale od economica, ma anche quelle della povertà spirituale. A questo proposito non c’è dubbio che il punto più basso, quello più “povero” di dimensione umana e spirituale, il fatto più terribile raccontatoci dalle cronache in questi giorni sia certamente quello di Mario Bressi: un signore (difficile chiamarlo padre) che dopo aver strangolato con le proprie mani i due figli gemelli (un bambino e una bambina) si è suicidato buttandosi da un altissimo ponte che si trova vicino a casa loro.
Era in Valsassina, e aveva fatto credere a Daniela Fumagalli, la moglie dalla quale si stava separando, che voleva trascorrere con i bimbi un po’ di vacanza. Invece li voleva rapire per l’eternità con il folle scopo di ferire mortalmente una donna che aveva l’unica colpa di volersi separare da un simile mostro: lo dimostrano i terribili messaggi pubblicate da Bressi via email e whatsapp, la notte dell’omicidio. Dopo aver letteralmente spezzato con le sue proprie mani l’osso del collo dei figli, tra le 2 e le 3 di notte, aveva iniziato a scrivere all’ex-compagna incolpandola di tutto. L’ultimo diceva “Prenderò il volo, domani avrai problemi ben più grossi della mensa dei bambini” ed aveva giustamente terrorizzato Daniela che si era precipitata, troppo tardi, verso Margno, il paesino dov’era avvenuta la tragedia.
Tutte le religioni dicono, anche se in modo diverso, che la qualità della vita dopo la morte dipenda dalla qualità della vita prima della morte. Se abbiamo vissuto facendo il bene avremo una vita eterna felice, invece se avremo operato il male, il male sarà con noi per sempre. È insopprimibile nell’essere umano l’anelito alla giustizia e alla verità perché questa giustizia è parte necessaria della felicità piena. È forte nell’uomo la convinzione che sia necessario un giudizio “finale”, cioè un giudizio dopo la morte, che ristabilisca la giustizia: l’uomo attende un definitivo confronto con il divino (si chiami esso Dio o Legge Mistica universale) in cui a ciascuno venga dato quanto gli è dovuto: bene per bene, male per male.
In un’epoca in un cui la Chiesa parla tanto di misericordia è doveroso ricordare anche che Cristo molte volte ha detto che saremo ripagati a seconda delle nostre azioni. Egli per esempio ci insegna con le parole del Padre nostro che nei nostri confronti sarà usata misericordia nella misura in cui l’avremo usata noi: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, ecco quanto diciamo nella preghiera più famosa del mondo. Per secoli la comunità cristiana si è rifiutata di dare sepoltura ai suicidi nel “camposanto”, cioè in un terreno che veniva benedetto ad hoc e dove riposavano gli altri cristiani: figuriamoci come si sarebbe comportata nei confronti di suicidi che prima di togliersi la vita avevano strozzato con le proprie mani i figli.
La Chiesa ha poi rivisto questa consuetudine perché ha compreso che in molti casi certe azioni sono frutto di malattia mentale o di costrizione. A queste considerazioni bisogna aggiungere che non possiamo mai sapere se ci siano stati nel suicida, prima di morire, sentimenti interiori di pentimento. Non possiamo sapere se Bressi, mentre cadeva verso la morte, non abbia avuto un ripensamento riguardo le orrende cose che aveva compiuto. Deve rimanere chiaro però che, per il Dio Cristiano, non è “tutto uguale”. Stare con Dio nel Paradiso è una libera scelta che si compie vivendo secondo i dettami di quel Dio presso il quale si vuole trascorrere l’eternità. Nel vangelo ci sono moltissime affermazioni in questa linea e la più famosa è quella del capitolo 25esimo del Vangelo di Matteo, ovvero la scena del Giudizio Universale raffigurata da Michelangelo nella Cappella Sisitina.
Per la religione cattolica Daniela Fumagalli, questo il nome della povera madre cui sono stati ammazzati i figli, ha davanti a sé un cammino lunghissimo, in cui attraverso l’aiuto di specialisti e forse della fede (nel caso creda) potrà rielaborare la sua enorme tragedia ma altrettanto, invece, non potrà avvenire per Mario Bressi. Sarà l’omicida infatti ad avere davanti agli occhi, per l’eternità, il gemito dei figli mentri li strangola, lo sguardo disperato di un bimbo e di una bimba che cercano di liberarsi dalle mani di un padre che fino ad un minuto prima li accarezzava e che quella notte, impiegando tutta la propria forza, ha deciso di provocare la frattura dell’osso ioide e quindi di causare il loro soffocamento. Nessuno può sapere, ripeto, se durante i secondi della caduta dal ponte, Bressi si sia pentito di quanto avvenuto, ma è importante avere chiaro che, se così non fosse, sarà lui, e non la moglie, ad avere adosso, per sempre, per l’eternità, per un tempo che non ha fine, i volti di chi ha ucciso. E sarà stato Mario Bressi a condannare se stesso. Sarà lui, per colpa sua, a vagare nell’ombra inseguito dal dolore che gli procureranno i rimorsi per i bimbi che amava e che lui ha ucciso.