Blog – La Messa non finisce mai
Il mio articolo su Avvenire dal titolo La forza che la Messa sa accendere nei cristiani ha destato un certo interesse. Traccia di questa eco significativa si trova proprio nella pagina dei lettori del quotidiano che ospita un scambio di opinioni dotto e interessante tra Nicolò Vitali e il direttore Marco Tarquinio.
In sintesi quello che se ne può concludere è che la Messa “non finisce mai”. Ne gioisco perché è esattamente il senso che il mio articolo intendeva trasmettere citando le parole di don Tonino Bello: a mio parere, quest’ultimo, un santo dalla testa ai piedi, una persona le cui parole ascolto volentieri quando le difficoltà tentano di prevalere nel mio cuore. Le riporto qui come le trovo su diversi siti perché mi sembrano estremamente interessanti in vista dell’imminente Solennità di Pentecoste. Buona lettura!
Il frutto dell’eucaristia dovrebbe essere la condivisione dei beni. I nostri comportamenti invece sono l’inversione di questa logica. Le nostre messe dovrebbero smascherare i nuovi volti dell’idolatria. Le nostre messe dovrebbero metterci in crisi ogni volta. Per cui per evitare le crisi bisognerebbe ridurle il più possibile. Non fosse altro che per questo. Dovrebbero smascherare le nostre ipocrisie e le ipocrisie del mondo. Dovrebbero far posto all’audacia evangelica. Non dovrebbero servire agli oppressori.
Bonhoeffer diceva che non può cantare il canto gregoriano colui che sa che un fratello ebreo viene ammazzato. Non si può cantare il canto gregoriano quando si sa che il mondo va così.
Tante volte anche noi, presi da una fede flaccida, svenevole, abbiamo fatto dell’eucaristia un momento di compiacimenti estenuanti, che hanno snervato proprio la forza d’urto dell’eucaristia e ci hanno impedito di udire il grido dei Lazzari che stanno fuori la porta del nostro banchetto.
Se dall’eucaristia non parte una forza prorompente che cambia il mondo, che dà la voglia dell’inedito, allora sono eucaristie che non dicono niente.
Se dall’eucaristia non si scatena una forza prorompente che cambia il mondo, capace di dare a noi credenti l’audacia dello Spirito Santo, la voglia di scoprire l’inedito che c’è ancora nella nostra realtà umana, è inutile celebrare l’eucaristia. Questo è l’inedito nostro: la piazza. Lì ci dovrebbe sbattere il Signore, con una audacia nuova, con un coraggio nuovo. Ci dovrebbe portare là dove la gente soffre oggi. La Messa ci dovrebbe scaraventare fuori.
Anziché dire la messa è finita, andate in pace, dovremmo poter dire la pace è finita, andate a messa. Ché se vai a Messa finisce la tua pace (don Tonino Bello).