La Dott.ssa Grimaldi risponde – Mia figlia, dopo l’emergenza Covid, ha paura di uscire
Cara dottoressa,
le scrivo perché mia figlia di quasi 13 anni – ora che si può andare fuori – è molto spaventata e non vuole uscire di casa. Io e mio marito allora insistiamo affinché esca almeno una mezz’ora, intorno a casa, ma lei non vuole farlo. Alla fine si convince, esce con noi, ma non vede l’ora di tornare. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo preoccuparci? Come possiamo aiutarla? Grazie, Amelia da Pescara
Cara Amelia,
è piuttosto normale avere paura di uscire dopo tante settimane di clausura forzata, basti pensare a cosa abbiamo vissuto in appena due mesi, ai progetti saltati, alla rapidità con la quale siamo passati da una vita frenetica tutta rivolta all’esterno ad una situazione nella quale abbiamo chiuse tutte le scuole, nessuno poteva più uscire né vedere amici o parenti e si doveva stare solo in casa.
Adattarsi rapidissimamente ad una vita completamente stravolta nei ritmi e nei tempi non è cosa da poco e richiede grande maturità ed equilibrio. Inoltre siamo stati sommersi da notizie molto preoccupanti e ad oggi ancora si sente che questa infezione non ci ha abbandonato. In questa fase, nella quale si comincia almeno in parte a recuperare un po’ della nostra vita sociale, è importante parlare con la ragazza e rassicurarla con fatti concreti, spiegandole che l’uso delle mascherine ed il distanziamento sociale ci permettono di uscire con una certa tranquillità. All’inizio della pandemia quando abbiamo avuto il maggior numero dei casi eravamo tutti impreparati e nessuno di noi sapeva cosa fare, ora le cose sono più chiare, gli scienziati stanno lavorando attivamente e anche se ancora non abbiamo certezze assolute, sono stati fatti grandi passi avanti che ci permetteranno di riprendere alcune delle nostre abitudini. I ragazzi – come molti adulti – vogliono certezze ma non sempre le abbiamo. In questo momento storico dobbiamo imparare a convivere con il virus, sapendo che ogni giorno che passa ne sappiamo di più, che le terapie migliorano così come i test diagnostici e pian piano la situazione sarà sempre più sotto controllo.
Naturalmente è molto importante che anche noi adulti si sia convinti di questo, altrimenti non riusciremo a dare un messaggio confortante ai nostri ragazzi, ma al contrario allarmante. Pertanto è bene che i genitori, soprattutto se si sentono incerti nel rispondere alle domande dei figli, si confrontino prima con il proprio medico per saperne di più e chiarirsi le idee. Purtroppo la pandemia ha slatentizzato, in alcune persone predisposte, quei tratti di personalità cosiddetti “fobici” (molto paurosi) o ossessivi che esasperano la situazione. In questi casi la persona vive un disagio molto evidente e molto di più degli altri. In questi casi, nei quali la preoccupazione che vive la persona è fonte di enorme disagio, è bene consultare uno specialista, l’aiuterà ad affrontare meglio le difficoltà. Abbiamo vissuto un’esperienza incredibile, difficile da accettare e metabolizzare, non bisogna aver paura di chiedere aiuto e sostegno. In questo periodo infatti sono stati attivati anche molti numeri di consulenze psicologiche gratuite da parte di Ordini Professionali, Società Scientifiche, Università: contattiamoli senza timori o pregiudizi se vediamo che il normale sostegno non funziona ed il disagio che viviamo ci impedisce di sorridere!
Un caro saluto Amelia