Articoli / Blog | 20 Maggio 2020

Agi – Se CR7 torna ad allenarsi la stessa settimana in cui riaprono le chiese

Cristiano Ronaldo torna ad allenarsi la stessa settimana in cui si ricomincia ad andare a Messa. Sembra un paragone irriverente ma è, in primo luogo, un fatto.

Il 23 febbraio scorso era una domenica e c’era stato il primo stop al Campionato di serie A con, tra le altre, Inter-Sampdoria, da giocare a San Siro, rinviata a data da destinarsi. E, guarda caso, il pomeriggio di quella stessa domenica, a Milano, erano state sospese le Messe. Anche in quell’occasione quindi calcio e Messa erano andate a braccetto. In questo momento manca l’ufficialità delle date ma, con tutti i grandi club che si sono rimessi al lavoro, la domanda non è se ricomincerà il campionato, ma quando.

La Messa e il calcio sono due elementi essenziali per definire al giorno d’oggi il nostro paese. Non significa naturalmente che tutti vadano a Messa o che tutti siano credenti, così come non è necessario che tutti siano presi dal tifo per una squadra, ma sono elementi esistenziali essenziali alla nostra identità.

Se la Messa, come dicono i cristiani, è centro e radice della vita interiore, il calcio è centro e radice della vita esteriore. E questo è un ossimoro pieno di senso perché la nostra “vita esteriore” ha comunque dei riferimenti necessari. Il calcio, in Italia, è certamente la metafora più forte della vita. Guardate come gioisce o si dispera un calciatore che segna un gol o che lo sbaglia, un portiere che neutralizza un rigore o che subisce la rete, e capirete di non essere molto lontani, emotivamente, da un gladiatore che negli stadi di duemila anni fa moriva o viveva sul serio.

Il calcio come critica al potere

La forza più incredibile del calcio è quella di dare l’impressione che, sul serio, in quella sede, possa vincere chi se lo merita, e in questo è davvero una critica al potere. Le discussioni che riguardano il calcio, oltre l’aspetto tecnico, sono incentrate su tutti quegli ingredienti che tutelano la correttezza del gioco: gli arbitri, i regolamenti, l’equilibrio finanziario ed economico delle società. Chi guarda una partita può pensare di vedere lì una rivincita alle ingiustizie che ha subìto sul lavoro o nella vita: la palla è rotonda e nessuna lobbies può decidere che finisca dentro o vada fuori. Quella palla deve essere giocata da ventidue persone che, in linea di principio, hanno su di essa tutte le stesse possibilità: al contrario di quanto accade a noi comuni mortali che invece siamo continuamente soggiogati da forze più grandi di noi.

Il gioco del calcio, portando in scena l’azione che si affranca dal potere, è in simmetria con l’altra forza che, insieme al potere, governa le nostre vite: l’amore. Esso dovrebbe essere appannaggio della Messa, luogo nel quale misteriosamente un uomo Dio torna a farsi carico dei peccati del mondo regalando per amore la vita a chi gliel’ha tolta. È solo una coincidenza che Ronaldo torni ad allenarsi nella settimana in cui ricominciano le Messe? Sì, se è stata solo una coincidenza che san Siro sia stato chiuso lo stesso giorno in cui sono state chiuse le Messe a Milano. Ciascuno di noi può deciderlo. Ma i fatti sono quelli.

Tratto da Agi