
Le Lettere di Irene – In memoria di Giulietto Chiesa
Non sono quasi mai stata favorevole a ciò che diceva Giulietto Chiesa, classe 1940, ma bisogna avere l’onestà intellettuale di ricordarlo come il grande giornalista che è stato. Edoardo diceva: “So distinguere morti da morti e vivi da vivi”, riferendosi a Pasolini, che pure aveva criticato in Mia Famiglia ed è giusto che noi facciamo la stessa cosa.
Vicino al Pci, ne fu sempre “eretico” tanto che nel 1985 l’Urss chiede la rimozione a Berlinguer perché era un corrispondete irriverente; rimozione che fu però sempre rifiutata dallo statista, che essendo intelligente, aveva capito il valore di quel militante. Fortemente legato al mondo russo, tuttavia, nel 1990 ne impara la lingua e si trasferisce a vivere lì, nonostante la fine del socialismo reale.
Amico di Putin, sempre critico con gli Stati Uniti, approda quasi al complottismo che gli fa appoggiare in maniera irrazionale Assad, Maduro e recentemente Ortega. Nell’ultimo periodo si era avvicinato al Movimento 5 Stelle.
Voglio ricordarlo con le parole di Vauro: “Era un uomo capace di piangere nel vedere un bimbo ferito a causa di una mina”. Che il Signore lo accolga nella sua pace.
A cura di Irene Agovino
Irene Agovino è nata il 27-09-1989 a Napoli. Di tendenze marxiste, volontaria della Comunità di Sant’Egidio ed educatrice dehoniana, per anni ha seguito il cammino di Padre Antonio Maione presso l’associazione La Mano sulla Roccia. Docente di storia e filosofia, ha scritto per Progetto Gionata ed altri blog