Blog / Roberto Campopiano | 28 Aprile 2020

Le Lettere di Roberto Campopiano – Chiese chiuse, cuori aperti

Dopo le parole di Conte e la replica della Cei, si è acceso il dibattito sulla necessità di riaprire subito le chiese. Alcuni vescovi hanno con forza manifestato il diritto alla libertà di culto dicendo la loro difficoltà nel contenere le richieste di quei fedeli che vorrebbero aprire per il 4 maggio. Questa mattina poi, nell’introdurre la Messa a casa Santa Marta, Papa Francesco ha detto: In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni. A dimostrazione che nel Popolo di Dio non ci sono solo persone che vogliono aprire immediatamente, pubblichiamo questa lettera che Roberto Campopiano, che si manifesta come “l’ultimo dei laici”, aveva scritto al blog ieri

Io me lo vedo il Padre, che scuote la testa davanti a questi che si impuntano, chi sono io per dirlo, quale arroganza vedere il Padre.
Premesso che non sta a me il governo della Chiesa, premesso che mi fido della CEI, ma voglio dire la mia come l’ultimo dei laici.
È un momento difficile per noi fedeli, la chiesa ci è negata, ma voi veramente volete insistere per riaprirla?
Vorrei una chiesa che sa rinunciare per qualche settimana ai sacramenti, persino al corpo del Signore.
Per un bene collettivo, per quei bambini che abbiamo chiuso in casa!
Sia chiaro, vedo tutta la sofferenza dei miei cari, di chi veramente ci va sempre a Messa, altro che quelli che vorrebbero riaprirla e che forse non ci vanno mai.
Me la ricordo benissimo la faccia di quel prete che mi guardava con quel “ma tu che ci fai qui” tra banchi vuoti di una chiesa vuota.
Sono uno di quelli che vorrebbe sempre le file e gli assembramenti in Chiesa.
Ma questa volta NO!
Secondo me dobbiamo sacrificarci anche a costo di compromettere per qualche settimana la libertà di culto.
In nome di quei bambini che abbiamo tenuto fuori la scuola tra qualche mura chiusi.
Cosa preferireste, cosa sceglierebbe Gesù un bambino che gioca libero per qualche minuto al parco, sano, o una chiesa che si impunta con fateci dire messa. Questo non lo sappiamo lo sa la voce delle nostre coscienze e delle nostre preghiere.
Questa volta no questa volta questa ortodossia non la capisco.
No Signore questa volta io non ci verrò, ti guarderò dalla televisione.
Non mi importa se ti manco, se mi vuoi ascolta la mia preghiera, fregatene della libertà dei figli e guarisci il tuo popolo.
Ascolta il mio grido e avoja dopo a spalancare portoni di chiese.
Per fare entrare aria nuova per dare una grande prova di amore ed essere una chiesa nuova che sa testimoniare e non impuntarsi su cose senza senso.
Io la chiesa la voglio chiusa stavolta.
Per quanto mi manchino i banchi della domenica, mi manca entrare insieme a Giovanni il lattaio a dire ciao al Signore.
Non è questo il punto, basta fare i tifosi, facciamo i tifosi per i poveri, per chi fa il bene e in chiesa non ci è più tornato.
Non ci andate in chiesa, restate a casa.
C’è un tempo per ogni cosa.
Fidanzati separati, gente rimasta bloccata, e purtroppo gente che muore, non vale forse una goccia del sangue di Cristo?
Tenete le chiese chiuse, fino a quando sarà necessario.
Non è questione di opinioni è questione di buon senso.
Non so se sono innamorato della Messa, non lo so di cosa sono innamorato, so che vorrei che Lui mi dicesse: Roberto resta a casa!

Di Salerno, nato il 15 Maggio 1982 in una famiglia molto numerosa. Ha ereditato da suo padre, professore e sindacalista, la stessa passione per l’attivismo e il bene comune. Laureato in Giurisprudenza, impiegato al Comune di Angri, ha lavorato precedentemente a Trento. È stato a lungo educatore e responsabile di Azione Cattolica nella Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Ha intrapreso gli studi teologici.