Articoli / Blog | 21 Aprile 2020

Agi – “Non ci sono confini tra chi soffre”. Bergoglio ci ricorda che la misericordia non è un optional

Nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Divina Misericordia, il Papa della Misericordia ricorda al mondo che, nelle nostre relazioni, anche in quelle economiche, la misericordia non è un optional. Il Covid-19 “ricorda a tutti che non ci sono differenze e confini tra chi soffre. Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi”.
La spiegazione del cambiamento sta proprio in quella frasetta: “non ci sono confini”.
Chi di noi era sano pensava di poter rimanere tale in un mondo malato ma il Coronavirus ci ha mostrato che non è possibile. Il mondo globalizzato ci ha messo tutti assieme. Siamo tutti sullo stesso volo e se l’aereo cade moriamo tutti: non importa se siamo in First, in Business o in Economy Class.
Dobbiamo venirci incontro convincendoci che le relazioni costruite sulla mera giustizia alla lunga procurano solo ingiustizie. Gli eticisti senza bontà – un’efficacissima espressione coniata da Bergoglio e da lui usata parecchie volte lungo il pontificato – sono il vero problema, il vero virus, perché l’etica che prescinde dall’incontro tra le persone non trova soluzioni efficaci e durature.
Pensiamo a quella app che, pare certo, dovremo usare nei prossimi mesi. Quella che, tracciando i nostri spostamenti, ci avviserà se rischiamo di avvicinarci a qualcuno che è stato positivo. Sarà qualcosa che ci obbligherà a ridefinire uno dei tanti falsi dualismi con i quali siamo abituati a strutturare il nostro modo di ragionare: quello della assoluta e netta separazione tra pubblico e privato. Per affrontare l’uscita dalla Fase 1 dovremo tante volte fermarci ad aspettare chi è rimasto indietro per aiutarlo a rientrare nel gruppo. Il convoglio viaggia con la velocità della nave più lenta e siamo tutti parte dello stesso convoglio, quella del mondo.

“Mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me.” (Papa Francesco, Omelia Divina Misericordia, 19 aprile 2020). Pensare che le cose vanno bene se vanno bene a me non è “eticamente sbagliato”: è una menzogna. Se, per esempio, decido di non rispettare le norme prudenziali perché credo che il mio sistema immunitario sia a prova di Coronavirus, quand’anche fosse vero, se mi espongo, rischio di contagiare i miei genitori, gli amici, una persona che amo. Magari sopravvivo ma muore chi mi sta vicino. Ecco cosa significa un mondo senza più perimetri: vuol dire non confinare l’idea di giustizia dentro gli angusti parametri di ciò che è visibile qui ed ora per capire che la vita di ciascuno di noi ormai, dopo il Coronavirus, è aperta, senza limiti.

Tratto da AGI