Lettere di M. B. – Cronache di un medico contagiato da Covid-19 (24)

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10.04
Ho dormito bene solo cinque ore grazie alla melatonina che assumo da quando mi sono ammalata. Poi mi sono svegliata di soprassalto e ho scoperto che la mia testa stava pensando ad un paziente visitato il giorno prima ( già era la seconda volta )affetto da BPCO lieve( broncopneumopatia cronica ostruttiva) che aveva già eseguito, per sua volontà, una lastra del torace a domicilio, evidenziando un quadro compatibile con infezione da covid già in via di risoluzione. Già da giorni si pratica le punture in addome di eparina per sciogliere il sangue e prevenire quella che ormai si è capito essere la principale causa di morte: le tromboembolie; ha anche l’ossigeno disponibile a casa dove vive con la moglie, da sempre ansiosa e ovviamente ora anche preoccupata. Gli ho aggiunto dello steroide( cortisone) per bocca, e stiamo a vedere.
Alle 7 assisto ad un incredibile concerto di uccellini e da ciò capisco che stanno aumentando in numero e varierà.
Più tardi ricevo un messaggio dal figlio della signora anziana morta l’altro giorno: “volevo ringraziarla per tutto quanto ha fatto, per la sua gentilezza e la sua disponibilità, a tutte le ore, sappia che tutte le persone con cui ho parlato parlano bene di Lei, infermiere , in farmacia……grazie di tutto.”
Lo trascrivo proprio come l’ho ricevuto non perché io voglia incensarmi ma perché voglio mettere nero su bianco quanto bene mi viene restituito e cosa intendo quando dico che sono i pazienti che mi forniscono la forza e il coraggio per andare avanti e che spesso, come in questa occasione, mi danno un esempio di dedizione totale e amore autentico verso il proprio genitore e qui ho sempre da imparare.
In tarda mattinata vengo chiamata d’urgenza da una mia anziana paziente (che non è stata sfiorata dal virus), cui sono particolarmente affezionata: donna con una cultura e una finezza di pensiero e di modi d’altri tempi, basta pensare che sul comodino accanto al cellulare, a una caraffa di the freddo e alla foto di sua figlia (morta a 13 anni di leucemia acuta), ad un effige di Maria, tiene il vocabolario in due volumi.
Vive in una stanza in un letto accostato ad una parete fatta di sassi a vista, di quei muri costruiti con le pietre del fiume, poste a lisca di pesce. Il bagno è nel cortile. Devo chiamarle il 112 in quanto come spesso le capita oggi ha perso molto sangue e lei, già anemica, ha bisogno urgente di una trasfusione: ovviamente non c’è solo il covid.
E questo è il venerdì Santo
E il Papa ci ricorda che
“La speranza non delude
La speranza non toglie il dolore,Ma non delude”.
E qui, in questa casa vecchia, povera,in cui sono entrata tante e tante volte ho toccato con mano quanto è vera questa frase, negli occhi e nella dolcezza della voce di questa nonnina, curva sotto il peso degli anni e dei dolori provati, delle tante sofferenze fisiche e morali portate con una dignità e una forza impareggiabili. Grazie!