Articoli / Blog | 19 Febbraio 2020

METRO – Noi, così tremendamente vulnerabili

Con il Coronavirus abbiamo scoperto di essere tremendamente vulnerabili alla paura per l’altro. C’è stato bisogno della visita di Mattarella alla scuola “più cinese” di Roma, oppure dell’hashtag “Io non sono un virus”, per incoraggiare le persone a distinguere i cinesi dall’epidemia che è nata nel loro paese. Questa dinamica ha solo alzato un velo su quanto sia facile cadere nei pregiudizi e fare di ogni erba un fascio. Quanti genitori hanno fatto caso per la prima volta ai racconti dei figli sui compagni di classe cinesi? Basta veramente poco per farci arrivare a guardare gli altri con sospetto. Trovare un capro espiatorio anche infondato ci tranquillizza momentaneamente ma non sortisce alcun effetto reale visto che, nel caso della malattia, i veri obiettivi da centrare sono quelli della prevenzione e della cura. Quando la paura ha la meglio creiamo il vuoto attorno a noi ottenendo così un doppio tragico risultato: rimanere soli e vedere nell’altro un nemico. La corretta informazione e l’apertura all’altro, il dargli la dignità di una persona e non quella di un virus, permettono invece di trovare una cura efficace e di fare passi in avanti sul piano della civiltà. Riflettiamo poi su come sia facile far divampare rapidissima la cultura del sospetto e quanto invece sia difficile incoraggiare e sostenere. Non ci sono vaccini che tengano se non si ragiona.

Tratto da METRO