Stefania Perna – Tra i tornanti dell’anima
Oggi su Radio Vaticana, tra le 11.30 e le 12.00, nel corso della trasmissione “Il Papa ieri e oggi – Il mondo secondo Francesco” ci sarà un’intervista a Stefania Perna sul suo ultimo libro. Interverrò anch’io in qualità di prefatore. Grazie a chi vorrà e potrà sintonizzarsi. A seguire la prefazione del libro
Montagna e Dio sono parole e sostanze che si richiamano a vicenda. Il Sinai era la montagna di Dio e della Legge e da sempre l’uomo vede nelle vette impervie delle montagne, una metafora del cammino verso la salvezza.
Le poesie di Stefania Perna rinnovano questa alleanza tra le altezze della montagna e il desiderio di avvicinarsi a Dio: attraverso l’esperienza quotidiana della contemplazione della natura e attraverso la meditazione relativa a frasi del Vangelo, ma anche di una marea di santi, pensatori, martiri, papi ecc.
L’autrice spazia dall’epoca dei primi cristiani ai tempi attuali, da san Basilio Magno a santa Bakita, da papa Francesco a Fulton Sheen, da san Serafino di Sarov a sant’Agostino, da Carretto alla Delbret e a tanti altri.
Forse non è errato dedurre (dato che il numero di citazioni è più alto) che la Perna abbia tra i suoi preferiti ispiratori san Escrivá e don Divo Barsotti, due grandi personalità del ’900, che sono tra gli autori che hanno maggiormente sottolineato nei loro scritti il concetto della chiamata alla santità “quotidiana” e per tutti: cioè per tutti i laici e per tutti i battezzati che riscoprono la fede come vero vivere da figli di Dio, prendendo sul serio il loro battesimo. Quello che più mi ha affascinato è il ricorso alla metafora dei tornanti: come quando si va in montagna e si affrontano i passi montani (con quelle curve che sembrano oscurare la visione della meta), così anche nella fede, il cammino è spesso contornato da momenti di fragilità e di smarrimento che vengono superati dall’ansia, dal desiderio dell’altezza.
Nelle poesie della Perna, si può trovare tutta la forza del realismo dantesco, unita al misticismo di san Bernardo: l’amore per il quotidiano si allea con un desiderio mistico che, invece di creare un corto circuito, avvicina sempre più alla meta, a Dio, con una vertigine che addirittura a volte spaventa.
Sperimentando il mistero dell’inquietudine santa di Dio, si comprendono più facilmente la natura delle virtù della fede e della speranza, ma soprattutto si va a fondo nel mistero della Misericordia attraverso gli ossimori: povertà che nutre, verginità feconda, affidamento che è santo, proprio perché cede senza vedere e si abbandona senza capire e senza conoscere. La Perna scrive su questi temi da anni (anzi con il ritmo di un libro all’anno!) e la sua testimonianza mi colpisce sempre perché è molto bella: non serve essere mistici o religiosi di mestiere per coltivare un rapporto intimo e profondo con Dio. Basta mettersi in dialogo con il Signore, magari proprio partendo dalle pieghe minime della vita quotidiana. Credo sia il messaggio trasmesso in queste pagine, con tanta convinzione, ma anche con profonda semplicità.