Blog / Renato Pierri | 18 Novembre 2019

Le Lettere di Renato Pierri – Simpatia ed empatia antidoti al razzismo

Un lettore sul blog de L’Espresso curato da Stefania Rossini, mi scrive, tra l’altro: “Io non sono interessato a farmi apparire “simpatici” coloro che sono diversi da me… Io sono del parere che il principio fondamentale per un’equa convivenza sia che tutti gli esseri umani debbano godere i diritti riconosciuti universali a prescindere dalla loro etnia, sesso, idee politiche eccetera. Il fatto che poi personalmente mi piacciano o no, è, a mio avviso, irrilevante. Naturalmente, anche senza volerlo, entrerebbero in ballo le simpatie personali che guiderebbero le mie azioni. Spiego: se avessi in tasca un solo euro e ci fossero due persone che chiedono la carità (una bianca e un’altra rossastra) a chi lo darei? La mia coscienza preferirebbe probabilmente la seconda. Ma sarebbe un atteggiamento del tutto personale che non si può proporre come paradigmatico”.

Recentemente i giornali hanno riportato la seguente notizia: “Una donna respinge una bambina di 7 anni solo perché di colore, e occupa il posto a fianco al suo sull’autobus con la sua borsa. Un episodio di razzismo orribile, avvenuto ad Alessandria su un autobus e di cui è stata testimone una consigliera comunale Pd locale, Vittoria Oneto: «Alabama 1955? No, Alessandria 2019», ha scritto la consigliera “.

Vittoria Oneto con modi fermi, irritata, ha indotto la donna a togliere la borsa dal sedile e a far sedere la bambina. Simpatia o empatia da parte della consigliera, nei riguardi della bambina maltrattata? Non possiamo sapere, ma l’una o l’altra, entrambe sicuramente utili per contrastare il razzismo. Ovviamente c’è stato anche lo sdegno per il gesto incivile della donna, ma difficilmente la bambina maltrattata ha lasciato indifferente Vittoria Oneto. La consigliera ha dato a tutti una lezione di civiltà.

Venendo all’esempio descritto dal lettore: qualora provasse simpatia per la persona di pelle rossastra e donasse a lei l’euro, il lettore non solo farebbe sentire meglio il mendicante che magari riceve meno elemosine dell’altro, ma darebbe anche una lezione di civiltà a coloro che, a causa di pregiudizi, discriminano il diverso. Se poi il lettore fosse in compagnia di un figlio piccolo, con quel gesto gli darebbe il buon esempio.

La simpatia per il diverso, quindi, è utilissima, giacché va a compensare l’antipatia della quale sono fatte spesso oggetto le persone diverse. La simpatia per il diverso serve come antidoto contro il razzismo.

Però, se una persona suscita la nostra antipatia, non possiamo trasformare questa in simpatia. E’ un bene che ci sia, la simpatia, ma se non c’è? Se non c’è bisogna ricorrere all’empatia, alla capacità di mettersi nei panni degli altri. Proprio come fanno certi politici in questo brutto periodo.

Renato Pierri

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