Articoli / Blog | 09 Agosto 2019

MIO Anno IV n. 30/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – I coniugi hanno pari diritti

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù


Caro don Mauro , una mia amica ha lasciato il marito che da anni la maltrattava e la trascurava. Ora tutti trattano lei come una “sfasciafamiglie” e lui sarebbe la povera vittima: io conosco la situazione da vicino e so per certo che non è affatto così. Credo che la Chiesa abbia gravi responsabilità in questo atteggiamento di critica ipocrita e maschilista (Giovanna, Lecco)

Cara Giovanna, hai mandato proprio una bella lettera. Non mi tirerò indietro. Credo che la Chiesa, proprio perché non può e non deve rinunciare alla dottrina sul matrimonio e sulla sua indissolubilità, debba anche essere molto più vicina e responsabile sia nei momenti di preparazione al sacramento del matrimonio che dopo, oltre che accompagnare con delicatezza e discernendo caso per caso le situazioni difficili che si possono creare durante un matrimonio. A noi preti non deve andar bene che, semplicemente, il matrimonio “duri”. Certamente poi dobbiamo a tutti costi evitare le considerazioni sessiste, quelle per cui la donna dovrebbe essere “la regina del focolare domestico” e il maschio il “cacciatore” a cui bisogna perdonare qualunque cosa o quasi. Il buon senso, oltre che la nostra costituzione, vedono la coppia formata da due individui che godono di pari diritti e responsabilità. E questo vale anche per la fede. Il sacramento metti i coniugi sullo stesso piano tanto è vero che i due sposi sono parimenti ministri del sacramento con cui si uniscono. Riconosco che noi sacerdoti dobbiamo ancora fare parecchi passi in avanti per evitare il sessismo. Prega per me perché, come vedi, è una delle mie missioni.