METRO – Occuparsi degli altri? Non è una perdita
Sono colpito da storie di giovani che d’estate invece di andare in vacanza decidono di impegnarsi in attività di solidarietà. Ci sono quelli che diventano telefonisti per fare compagnia agli anziani rimasti soli in città; altri mi raccontano di esperienze con bambini che non hanno la possibilità di allontanarsi dalla città; altri ancora fanno esperienze in ospedale o con associazioni che si occupano di ambiente e di tutela degli animali. Occuparsi degli altri significa certamente rinunciare a tanto ma questi giovani mi dicono che alla fine si trovano arricchiti di molto di più. Donare agli altri è un mattone fondamentale per rendere solida la propria identità ed è necessario al fine di sentirsi veramente parte di una comunità dove non ci siano solo legami di interesse, economici, legali, ma anche e soprattutto vincoli e legami affettivi forti.
Se l’anziano solo non è più esclusivo problema della famiglia ma viene condiviso dal condominio, dal quartiere, dal comune, ciò che era solo fonte di esclusione e di abbandono diventa invece una risorsa: perché la persona d’età, amata e curata da tutti, può diventare un eccellente baby sitter per i bimbi più piccoli, un aiuto per lo studio, un testimone diretto della vita, un esperto di lavori “dimenticati”. È solo un esempio per dire che il bene donato, anche quando sembra solo “una perdita”, ritorna sempre. E spesso moltiplicato.
Tratto da METRO