Articoli / Blog | 03 Luglio 2019

METRO – L’unica, per il genitore, è non cadere nei due estremi

La vicenda del 19enne Hikikomori che pochi giorni fa, a Torino, si è gettato dal quinto piano perché la madre aveva deciso di sottrargli il pc, mette nell’angoscia qualsiasi genitore. Chi non ha mai avuto un figlio, o l’amico di un figlio, o un parente che faticava a uscire dalla stanza, e a lasciare il proprio pc o smartphone? Non cadiamo nei due estremi: fasciarci la testa rassegnandosi, oppure, come la disperata madre di Torino, decidere di intervenire “una volta per tutte”. In Italia le persone affette da Hikikomori sono circa 100.000 e ci sono esperti che ci possono aiutare. È necessario comprendere però che chi si chiude in stanza non lo fa perché è pigro ma per un crescente disagio nel rapporto con gli altri. Avviene soprattutto in svolte della vita come la maturità e la laurea. Gli amici vanno avanti e invece, chi soffre di Hikikomori, pensa di rimanere al palo per sempre. Niente paura però perché esistono degli specialisti. Parliamo con qualche medico di fiducia e facciamoci guidare. Non saprà darci una diagnosi però saprà capire se è necessario andare più a fondo e ricorrere a un esperto. La nostra decisione, ferma, deve essere quindi quella di non risolvere la cosa da noi stessi. È un problema serio che si può affrontare e risolvere come tantissime volte accade nella vita ma esige soprattutto da parte dei genitori la ferma risolutezza di non essere superficiali e banali.

Tratto da METRO