METRO – Quanto vale la disobbedienza
Poco più di un mese fa il cardinal Krajewski, l’elemosiniere del Papa, fece un atto di disobbedienza civile ridando la luce a dei poveri perché alcuni di loro rischiavano la vita. C’erano malati attaccati a macchinari (come gli aerosol) che erano andati in crisi tanto da richiedere l’intervento di alcuni medici. All’inizio dell’anno un gruppo di sindaci “disobbedienti” aveva promesso di non applicare il decreto sicurezza laddove venisse negata l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo. Ora, visto che ogni legittima autorità viene da Dio, quanto è morale per un cristiano la disobbedienza alla legge? In un suo scritto, Ratzinger rese famosa l’affermazione del cardinale Newman che diceva “certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo — cosa che non è molto indicato fare — allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”. Ecco la risposta che cerchiamo. Per un cristiano la norma ultima del bene e del male non è mai un’autorità esterna, neppure quella di un Papa, ma è sempre la propria coscienza. Il dovere, importante, di formare la propria coscienza c’è proprio perché la coscienza ha valore assoluto. Per questo il quarto comandamento non dice di obbedire ai genitori – che sono l’archetipo di ogni autorità – ma di onorarli: perché a volte, onorare l’autorità può anche significare disobbedirle. Come ha fatto Krajewski.
Tratto da Metro