MIO Anno IV n. 25/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – La tentazione della paura
Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù
Caro don Mauro, il papa in Romania ha invitato a lottare contro la paura promuovendo l’inclusione sociale e l’attenzione verso chi ha più bisogno. Lo ha fatto in uno dei paesi più poveri dell’Europa. Ma come si può fare concretamente a includere e non avere paura degli stranieri in un momento di crisi economica e di fondamentalismo ideologico ? Come si fa a dare agli altri se non abbiamo il necessario per noi? (Michele, Bologna)
Caro Michele le parole del Papa non solo sono profetiche ma anche di buon senso. Quando intervengono momenti di crisi, la tentazione è proprio la chiusura e la paura, ma questo porta solo a rendere ancora più scarse le risorse e a chiudersi in un atteggiamento di sospetto e di autoreferenzialità. L’unico modo per trovare altri modi per lavorare è aprirsi all’altro ed eliminare le cause di povertà assoluta e relativa. Un particolare sforzo va fatto nella direzione del dialogo e della condivisione di valori comuni combattendo ogni forma di cristallizzazione ideologica di valori . Occorre anche ripensare al concetto di “necessità”: nella società del consumo rischiamo di considerare indispensabili cose che non lo sono affatto rimanendo ciechi di fronte alle povertà che ci circondano e alla di attuare un modello di sviluppo più solidale e sostenibile. Tieni presente poi che, nonostante il sentire comune, quanto sostengono il Papa e Matteo Salvini per esempio, è molto simile perché entrambi (anche il Papa) chiedono a chi entra in un paese di farlo legalmente, secondo le regole. Senza preconcetti è molto semplice capire cos’è bene e cosa è male.
