Blog / Scritti segnalati dal blog | 25 Aprile 2019

Luca Parmitano – Alle mie figlie

Alessandra Bialetti segnala al blog questo articolo, introducendolo così:

Futuro sembra essere diventata una parola impronunciabile. I giovani nel futuro la saga dell’incertezza. La precarietà ci è compagna oggi piú che mai. Ma leggendo questo articolo trovo un padre che parla di speranza, di invito a costruire. Non parla di risposte sicure, mentirebbe. Parla di una mappa per orientarsi e avventurarsi alla ricerca di una strada in un mondo che, seppur carico di criticità e brutture, è tutto da vivere. Da migliorare certo. Ma da vivere.
 
Quando una prestigiosa rivista italiana mi ha chiesto di scrivere una lettera alle mie figlie, da pubblicare con il primo numero dell’anno, e parlare loro del futuro, non ero molto sicuro di quello che sarebbe stato il contenuto. Tuttavia, senza grandi preoccupazioni, ho accettato, ritenendo un privilegio il fatto che me l’avessero chiesto – un astronauta non è  un autore, ma è importante uscire dal nostro angolino confortevole per confrontarci con realtà che non conosciamo.

Così, tra un esperimento (di cui ero la cavia) e un allenamento, mentre nuotavo, correvo, stringevo i denti per una prova di forza, pensavo alle mie figlie: come esprimere qualcosa non banale e al tempo stesso loro comprensibile adesso, ma anche fra dieci o quindici anni – e che non perda significato, ma che anzi si intensifichi con l’esperienza?

Dopo due settimane – in cui ero spesso contattato per sapere se ero ancora intenzionato a collaborare – ho capito che stavo cercando di utilizzare troppo il cervello, e che quindi stavo cercando, come spesso accade, nel posto sbagliato. Due giorni prima della scadenza mi sono seduto alla scrivania dell’albergo che mi ospitava, in una fredda ma limpida notte d’autunno, ho smesso di pensare e ho iniziato a scrivere.

Il mondo è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove. Ma anche da vicino può essere meraviglioso, se guardato con gli occhi giusti: occhi come quelli vostri, che osservano con il dono della curiosità, illuminata  dalla luce della meraviglia. Occhi che credono ancora all’incanto, e non se vergognano – che comprendono senza bisogno di spiegazioni.

È l’unico mondo che abbiamo, e contiene qualcosa di estremamente prezioso: il futuro. Ogni futuro è grande come il mondo intero. Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani. È unico, ma non è mai uguale. Sembra infinito, ma è solo infinitamente fragile.

Vorrei potervi indicare la strada che porta al vostro futuro, ma non è questo il compito di un padre. Quello che invece vorrei darvi è la mappa che contiene tutte le strade, affinché voi possiate scegliere il percorso.

Siete ancora piccole per capirlo, ma voi bimbi siete molto più ricchi di noi adulti. Avete a disposizione un capitale che anche il più ricco degli uomini vi invidia: il tempo. Avete da poco iniziato a frequentare la scuola, e senza saperlo avete iniziato a investire questo vostro tesoro, per farlo crescere, trasformandolo in conoscenza, in esperienza, in ricordi. Questo è il solo bagaglio che potrete portare con voi, mentre viaggerete seguendo quella mappa che vorrei potervi dare.

Presto incontrerete i primi problemi, le prime sfide: a ogni bivio in quella mappa, dovrete contare su quel che avrete portato con voi per scegliere una strada. Inizialmente non vi sarà alcuna differenza: molte strade vi condurranno alla stessa destinazione, e cambierà solo il paesaggio, o forse la distanza.

Ma, prima o poi, il cammino che sceglierete divergerà dal precedente in maniera irreversibile, e non ci saranno molte occasioni per tornare indietro. Ho imparato questo: avrete abbastanza tempo per scegliere il vostro cammino. A volte, scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avrete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avrete scelto!

E se il bivio sarà impervio – quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro.

Infine: avrete dei compagni di viaggio, che a volte seguiranno lo stesso sentiero, altre se ne allontaneranno per poi ritornarvi o per sparire per sempre. Amerete la loro compagnia, e ne sentirete la mancanza quando se ne andranno. E se porteranno via con sé parte del vostro bagaglio, controllate bene: vi accorgerete che non solo non vi mancherà nulla, ma vi sarete arricchite.

Tratto dal blog di Luca Parmitano