Le Lettere di Renato Pierri – Lo stesso amore per un figlio biologico e per un figlio adottivo
C’è differenza tra l’amore di un genitore per un figlio carnale, e l’amore di un genitore per un figlio adottivo? Non c’è differenza. L’intensità dell’amore dipende dalla persona che ama, non dal fatto che il figlio sia biologico o adottivo. Un genitore sapendo che uno dei suoi due figli è figlio carnale e un altro è figlio adottivo, potrebbe essere portato (non sembra che ciò accada) ad amare più il primo che il secondo, ma non è la natura a spingerlo ad amare più l’uno che l’altro, bensì la sua consapevolezza d’essere il genitore biologico del primo e non del secondo.
Poniamo il caso che una coppia di persone buone e sagge desideri fortemente un figlio, e non potendo averlo ne adotti uno abbandonato in un ospedale. L’amore della coppia per quel figlio tanto desiderato sarà diverso da una coppia di persone buone e sagge che pure abbia desiderato fortemente un figlio e lo abbia generato?
Poniamo il caso, invece, che una coppia di persone buone e sagge desideri fortemente un figlio, e lo generi, ma per un errore (chissà che non sia mai accaduto?) in ospedale, il neonato sia scambiato col neonato di altra puerpera. E mettiamo che le due coppie non vengano mai a sapere la verità. Il loro amore per il figlio sarà forse inferiore all’amore che avrebbero avuto se non ci fosse stato lo scambio?
Esiste, in natura, un istinto materno, che accomuna tutti gli animali, compreso l’uomo, e che spinge la madre a prendersi cura dei piccoli. Ebbene, tale istinto può estendersi ai piccoli che non sono figli propri. Si hanno notizie di gatte che hanno allattato gattini di altra gatta come se fossero propri. Persino di una cagnolina che ha allattato gattini. E addirittura di una cagnetta che ha allattato il cucciolo di un cinghiale rimasto orfano.
In questi casi neppure c’è differenza tra l’istinto materno per un figlio biologico e un figlio adottivo.
Renato Pierri