Articoli / Blog | 21 Marzo 2019

MIO Anno IV n. 12/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Anche l’abito fa il monaco

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù


Caro don Mauro,
sono una anziana nonna ancora abbastanza attiva ed ho una nipote di 15 anni. Non vorrei fare la figura della bigotta ma adesso che sta appena arrivando la primavera già la vedo entrare e uscire con jeans strappati, minigonne, trucco e così anche le sue amiche. Ai miei tempi, per carità, forse eravamo troppo castigate e anche al mare coprivamo tutto, ma ora tutte le stagioni sembrano buone per ammiccamenti, far vedere, mostrare sempre di più. Sinceramente è un modo di fare che non mi piace e sono anche preoccupata per i malintenzionati. Cosa devo dire a mia nipote? (Lina, Mantova)

Cara nonna Lina
credo che la cosa migliore sia dire a tua nipote che il vestiario non è questione di centimetri e di divieti. Vestirsi, invece, è una forma da dare alla nostra personalità, è un modo di relazionarsi agli altri per cui i nostri sì e i nostri no devono discendere da un principio di dignità. Nessuno si presenta ad una festa con in mano un dono già scartato o già usato. Tutti scegliamo con cura la confezione. Facciamo questo per degli oggetti, possiamo fare di meno per il nostro corpo? Se è bello, non ce ne dobbiamo vergognare, ma gli dobbiamo anche dare la giusta importanza valutando la scelta più adeguata. Il punto sui malintenzionati è delicato. Da una parte è bene ribadire l’importanza della prudenza, dall’altra deve essere chiaro che nessun vestiario, né una minigonna, né un reggiseno che evidenzia un po’ il corpo, giustifica mai alcuna forma di violenza o anche solo di squallido ammiccamento da parte di certi maschi che non meritano di essere chiamati uomini.